Miracoli e grazie

operati da Dio

per intercessione

della

Madonna della Quercia

in favore degli abitanti

della diocesi di

Civitavecchia e Tarquinia

tratti da

manoscritti e libri

secoli XV-XVIII

 

 

 

 

INTRODUZIONE

 

Era consuetudine, a partire dal 1571, dare alle stampe quasi ogni 10 anni  i racconti dei miracoli e delle grazie operati da Dio per intercessione della Beatissima Vergine venerata come Madonna della Quercia.

I libri, di solito, erano scritti dai sacrestani maggiori della Basilica della Quercia, testimoni  dei racconti che i devoti di Maria facevano nel momento che venivano a ringraziarla nel suo santuario per il  miracolo ricevuto.

Quest’opera di divulgazione e testimonianza si è interrotta con l’ultimo libro scritto dal domenicano francese padre  M.Chery nel 1869.

Ho voluto riprendere tale consuetudine iniziando a  raccontare i miracoli e le grazie ricevuti dagli abitanti di Roma, centro spirituale della nostra Fede e come omaggio all’unica confraternita ancora esistente dedicata alla Madonna della Quercia: la Confraternita della Madonna della Quercia dei Macellai di Roma.

Poi sono passato a raccontare  i miracoli che la Madonna ha fatto a persone residenti in altre zone d’Italia.

Questa raccolta è dedicata alla  Diocesi di Civitavecchia e Tarquinia , ricordando l’amicizia che mi lega a tanti abitanti di queste terre.

A tutti quegli amici  che hanno provato la mistica  dolcezza  della nostra  Madonna della Quercia, accanto alla quale qualcuno di loro si è formato , dedico questa mia ricerca con la speranza, anzi la certezza che rivolgeranno a Gesù e alla Madre celeste le loro preghiere  per la mia famiglia e per la comunità dei devoti di Maria.

Le storie sono riportate così come sono state scritte all’epoca, volendo evidenziare la storicità del fatto e la freschezza, talvolta l’ingenuità, dei racconti.

Come gli autori di una volta, anch’io ho voluto essere il testimone dell’accaduto, desiderando riaffermare ciò in cui credo fermamente: Maria, madre di Dio e madre nostra non ci lascia né ci lascerà mai soli.

Per rafforzare tale concetto voglio riportare le parole del grande poeta Dante Alighieri che nel XXXIII canto del paradiso fa dire a san Bernardo:

 

Vergine madre, figlia del tuo figlio

umile ed alta più che creatura,

 termine fisso d'eterno consiglio,

tu se’ colei che l'umana natura

 nobilitasti sì che '1 suo fattore

 non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l'amore

per lo cui caldo ne l'eterna pace

 così è germinato questo fiore.

 Qui se’ a noi meridiana face

di caritade, e giuso, intra i mortali,

 se’ di speranza fontana vivace.

Donna se’ tanto grande e tanto vali,

 che qual vuol grazia ed a te non ricorre

 sua desianza vuol volar senz'ali.

 La tua benignità non pur soccorre

 a chi domanda, ma molte fiate

liberamente al dimandar precorre.

 In te misericordia, in te pietate,

 in te magnificenza, in te s'aduna

quantunque in creatura è di bontade.

 

 

 

                                                                                                     Gianfranco Ciprini

 

 

 

 

 

 

 

CIVITAVECCHIA

 

Giacomo e Pietro 1495

 

 

 

" Vicino a Civitavecchia era uno dracone di smisurata grandezza quale occideva animali huomini, et non si poteva praticare intorno alle marine, né si trovava modo d'ucciderlo non temendo l'archibugiate: dui fratelli carnali Jacopo et Pietro d'Antonio Romagnoli per il danno che havevano ricevuto del occisione del padre da questo mostro, et dal premio che si dava a chi l'havesse occiso: confessati et comunicati, et con la devotione della Madonna Santissima della Quercia affrontarono il drago. Jacopo con lo stocco passò nella bocca del drago fino al orecchio: et Pietro con l'accetta tirò alla testa et li tagliorno il capo, ne il veleno dei drago, ne la puzza ne altro apportò loro nocumento: il tutto fu attribuito a miracolo della Madonna della Quercia. Portorno il voto in tavoletta che anco si vede l'anno 1521 [ 1495]".

 

 

E’ dipinto anche nella lunetta n. 13 del Chiostro della Cisterna.

 

 

 

 

 
 


 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(Acquerello- 1686-  Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.182  Bibl. Besso Roma)

 

Vedi anche : ms. Bandoni, c. 29; Bandoni 1628, p. 27; Gallesi 1642, p. 16; Malanotte 1666, p. 20; Peroni 1685, p. 20; Borzacchi 1696, p. 20; Torelli 1793, p. 233; Chery 1869, p. 147.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni  ms cc.29 e 29v

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


                                                                                           Bandoni 1628 pp26-28

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Chery pp.147-150

 

 

Ottavio Alemanni – 1632

 

 
 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni 1634 p.55-56

 

A di 16 settembre 1632. Ottavio Alemanni da Casale di Monferrato , habitante in Civita Vecchia disse che a di 4 d’agosto passato, li venne male alla gola, che non poteva nemeno inghiottire la saliva, et era una scarantia tanto pericolosa, che da tutti era tenuto per morto. La moglie lo votì alla Madonna della Quercia , subito guarì. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carlo Felice Malatesta – 1633

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni 1636 p.95-96

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Basilica di S.Maria della Quercia -Ex voto in argento di  Carlo F.Malatesta

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


A.S.M.Q. vol.113 c. 70v

 

 

Quadro d’argento del signor Marchese Malatesta

 

Ricordo come a di 18 ottobre il signor Marchese Carlo Felice Malatesta luogotenente del Eccellentissimo Don Tadeo Barbarini, portò un voto d’argento di peso di due libbre e mezo bellissimo ove sta il detto  in habito di solsdato, con una bella Madonna della Quercia per gratia ricevuta della ricuperata sanità alli 16 d’agosto passato stando egli periculoso di morte come più longamente appare nel libro de miracoli essendo priore il padre fra Tomaso Buratti e sagrestano fra Tomaso Bandoni 

 

 

Giovan Battista Caraffa e

Ottavio Calzati  

 
1639

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

V. Malanotte p. 182

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Torelli 1725 p. 313

 

 

 

 

 

 

 

 

Lucrezia di GiovanAntonio

1671

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Peroni 1682 p.227

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Antonio Domenico Bussi -1695

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Torelli 1725 p. 248

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Lo stendardo turco donato dal Bussi,

ancora oggi esistente nella basilica della Madonna della Quercia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Domenico Turchini -1695

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


A.S.M.Q. vol.127 c.26v

 

A di 30 marzo 1695

Domenico Turchini romano habitante in Civitavecchia fu sorpreso da una discesa in un ginocchio, che aprendogli piu di sessanta piaghe rendeva nausea non solo a chi lo vedeva ma anche all’istesso patiente, e benchè più rimedij vi adoprasse il tutto però fu sempre senza frutto finchè facendo voto a questa Beatissima Vergine senz’altro rimedio si disseccarno le piaghe e rihebbe la perfetta sanità.

Fra Antonino Borzacchi Sagrestano maggiore  

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Torelli 1725 p.261

 

 

 

 

 

 

 

Giuliano Palanca -1717

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


A.S.M.Q. vol.127 c.61 v

 

Maggio 1717

Giuliano Palanca di Civita Vecchia ritrovandosi infermo dieci anni sono per lo spazio di sette giorni con febre continua con pericolo di vita, ricorse in tal necessità all’intercessione della BeatissimaVergine della Quercia et in breve ricuperò la salute. La stessa grazia ottenne per l’intercessione dell’istessa Beatissima Vervine anche nel mese di novembre prossimo passato; onde per tali reiterati favori riceuti è venuto in questo giorno dicissette Maggio a ringraziare la Beatissima Vergine, et ha portato un quadretto con il fondo negro ,e sopra una quercia con la Beatissima Vergine sopra con due imagini piccole genuflesse a piedi della quercia in atto di ringraziamento, il tutto di foglia d’argento.

Fra Angelo Maria Crispoldi Sagrestano maggiore mano propria.

 

 

Cecilia Rocchi -1788

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


A.S.M.Q. vol.127 c. 86 f.16

 

Cecilia Rocchi nativa di Viterbo maritata in Civitavecchia di anni trentatrè nel mese di agosto 1788 infermatasi gravemente con febre maligna e spedita affatto dai medici, stava il curato per raccomandarle l’animatenendo per certo attesa la attuale gravissima sua infermità che rendesse l’anima al suo Creatore . In questo pericolosissimo stato la donna si rammentò delle grandissime grazie e strepitosi miracoli fatti in ogni tempo da questa Santissima Vergine e immantinente conforme mi ha detto in confessione notabilmente sentirsi megliorare. E il suo meglioramento crebbe in maniera che pochi giorni dopo perfettamente ristabilissi in salute.Et in questo giorno 8 di settembre 1788 è venuta a fare le sue divozioni e ringraziare la Madonna Santissima.

 

TARQUINIA

(Corneto)

 

Oliviero Pace -1479

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni 1636 pp.3-4

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Borzacchi pp.11-12

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Torelli 1725 pp.152-153

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


A.S.M.Q. pergamena  A21

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


A.S.M.Q. vol. 128 c. 435

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


A.S.M.Q. vol.115 c. 6

 
 

 

 

 

 

 

 


A.S.M.Q. vol.120 c.22 - 1596

 

 

 

 

 

 

 

Quaranta persone -1491[1503]

 

 

 

 

 

" [1503]L'anno 1491 fuora di Cometo dalla porta di S. Lucia per la via che va alle lumiere erano sotto una grotta da 40 persone corse per la pioggia, et tempo che fulminava saette, si allamò detta grotta al improvisio che niuno potè scampare et tutti gl'accolse sotto, uno dei quali gridò, et disse Madonna della Quercia aiutate !ne et questi, et tutti poi insieme gridorno Madonna della Quercia aiuto, fu sentito il rumore corseno gente in aiuto et molti da per loro uscirno et non ci fu chi fusse leso ne struppiato in alcuna parte dei corpo. Miracolo che ogni persona raccontava che li pareva stare tra la bambace et piuma: et questo fatto fu posto nella taula in chiesa da me F. Tom[as]o Bandoni veduto, et notato et dal pittore che ha dipinto questa rovina, et tutte le figure si sono cavate dalli originali".

 

 

L'anno è controverso: il Bandoni 1628 lo fissa al 1503.

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(Acquerello- 1686-  Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.208  Bibl. Besso Roma)

Vedi anche: ms. Bandoni, c. 38; Bandoni 1628, p. 44; Gallesi 1642, p. 94; Malanotte 1666, p. 3 1; Peroni 1685, p. 3 1; Borzacchi 1696, p. 35; Torelli 1793, p. 252.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni 1628 pp.44-45

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


                          Borzacchi  p.35                                        Torelli 1725 pp.309-310

 

 

 

Giacinto Scarpellotti -1628

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni 1631pp.172-173

 

 

 

 

 

 

 

 

Pietro di Domenico -1629

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni ms. c.39v

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


                        Malanotte p.188                                                                               Torelli 1725 p. 303

 

 

 

 

 

ALLUMIERE

 

 

Antonio d’Ambrogio - 1596

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni ms c.117v

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni 1628  p.183

 

 

 

 

 

 

MONTALTO di Castro (VT)

 

Pacifico Caprini – 1536

 

 

 "Pacifico Caprino corso da Montalto ritrovandosi malato nel convento della Madonna della Quercia con febbre acuta con grande sete, si levò di letto, et rimirando la cisterna diceva o Madonna della Quercia vorrei bere della vostra acqua ne havendo chi ce la portasse, venne un giovanetto et li disse che la Madonna li ridava questa acqua et subito bevuta fu sanato 1536 che però fece la cappella della pietà".

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

             ( Acquerello- 1619-tratto dal “Libro dei Miracoli” p.134 - Bibl. Besso -  Roma )

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


ASMQ vol.115 c43-43v

 

 

 

 

1545

Nota come l’anno 1545 i di 22 di dicembre messer  Pacifico da Montalto manifestò et disse in presenza del padre priore frate Francesco Dini da Firenze et il padre sottopriore frate Genesio da Lucha et del padre frate  Philippo Peraccini da Pistoia sindico del convento, et d’altri frati qualmento trovandosi il predetto messer Pacifico corso da Montalto capitano et bargello della piaza di Viterbo, si infermò di tal sorte, che persa ogni speranza del conseguire la pristina sanità, si fe portare qua al convento, et sytando in una cammera in sul pontile facto spacciato da dui peritissimi medici, un giorno in sul mezzo di stando il supradecto messer Pacifico con una grandissima arsione, et sete inenarrabile, essendo lassato solo dal infermario et servidori in nel lecto in tanta debilità et magrezza che il corpo tochava le reni et non havia volsuto altro che bere, et nemo illi dabat de consilio medicorum, sentì muover le sechie della cisterna, onde si deliberò di uscir de lecto il meglio che posseva, et uscito della cammera gittarsi dal pontile giu nel chiostro dove era la cisterna, et tucto tracto dalla inestinguibil sete, et venuto alla porta della camera nudo, si fermò et vedde dui che tiravano l’acqua vestiti di camice bianche alla contadina, et tratta una sechia uno di quelli comincia a bere, il che vedendo messer Pacifico si raccomandò alla Madonna et voltandosi a quelli che bevevano diceva “ O la Madonna te la faccj buona, la Madonna te la faccj santa “, più volte similia replicando. O mira res , subito sentì nella gola sua come una canna di diaccio et tanta acqua beveva quello tanta sentiva entrare nel corpo suo. Et porgendo questo la sechia a quel altro et epso bevendo  tucta l’acqua sentiva entrare nel suo corpo, il supradecto messer Pacifico quantunche lontano dalla sechia et così bevendo quelli due volte per uno tucta l’acqua che epsi bevevano sensibilmente sentia intrare nel suo corpo adeo che li ingrossò grandemente, et li passò ogni sete di subito et tornandosi a lecto sadormentò et dormì parechie hore et desto si sentì tucto riauto senza arsione di febre et sete ma rihauta la voglia del mangiare ne domandò dicendo non haver più sete , ma fame et diceva haver beuta una sechia d’acqua, perché tucta se la sentiva in corpo non altrimenti che se lui havesse hauta la bocha alla sechia quando li sopradecti bevevano et tanto epso confessò et disse che non credeva quelli dui homini risevessino acqua in corpo quantunche epsi la bevessino ma che tucta per virtù divina epso bevessi et non epsi. Et disse epso credeva non fusseno stati homini veri ma dui angeli. E doppo questo miracolo prese tal miglioramento che desperato della sanità fu fuori d’ogni pericolo et obtenne la pristina sanità et di poi tanto devoto della Madonna che ha facta fare una cappella in chiesa nostra dove vuole sia la sua sepultura et più volte ha facte al convento largissime elemosine di bovi pil nostro uso del lavoreccio che facciamo intorno al convento et cavalle et vache et altre cose adeo che epso è uno de precipui benefactori di questo luogho et epso convento è tenuto sempre pregare per l’anima sua

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


ASMQ vol. 113 c.8v-9

 

 

 

Giovan Battista Caprini – 1623

 
 

 

 

 

 

 

 

 


  Bandoni 1628 p.114

 

 

 

 

Giovan Giacomo Cordelli – 1581

 

 

“ L'anno 1581, un frutto piccolo figlio del Sig. Cesare Cordella detto Giovan Giacopo di anni tre in circa, stan­do in braccio a una giovanetta serva di casa, la quale si nominava Hipolita di Lanzi,mentre che stava sopra il primo porticale con detto putto affacciata, quale era alto più di venti braccia, nel cortile abbasso stava un certo huomo con un canestro di frutti, il quale veduto dal putto, fece tanto impeto, e movimento e frutti, che traboccò e cascò con l'istessa serva abbasso nel cortile, il che veduto, mosse tanto la madre a pianto e gridi, chiamando la Madonna della Cerqua, che aiutasse il figlio, e la serva, e se bene apparvero ambedueacciacati, nulladimeno non vi fu rottura alcuna né nell'uno né nell'altra e questo fatto miracoloso fu attribui­to alla Madonna Santissima della Cerqua".                                                                                                                                                (Bandoni 1628, p. 153)

 

 

 

 
Casella di testo:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


             Acquerello- 1619-tratto dal “Libro dei Miracoli” p.218 - Bibl. Besso -  Roma 

 

Giovan Giacomo Cordelli – 1616

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 


Cordelli GianGiacomo – Lunetta ChiostroFontana 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni 1628 p.189

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Torelli 1725 pp. 249-250

 

 

 

 

 

Camillo di Benedetto– 1628

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni 1631 p.186

A di detto[3 giugno 1629] Camillo di Benedetto da Montalto disse che del mese di Settembre passato 1628, gli venne un male al naso, il quale crescendo tuttavia gli consumò in tal maniera il naso che lo ridusse in pericolo di morte, et ancorchè havesse applicati molti rimedij, niente gli giovorno: pregò anch’egli questa gloriosa Madre a volere operare in lui gli usati effetti, domandandoli la sanità, e fu ancor egli sanato, portando pertanto benefitio il suo voto, e la sopradetta relatione.

 

Marco Carpentieri – 1629

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni 1631 pp.178-179

Et a 27 del sudetto mese[ gennaio 1629] comparse Marco Carpentieri da Montalto di Farnese, il quale disse che il mese di gennaro passato essendo ammalato per essere travagliato in ambedue le gambe, che non trovava riposo, e non poteva ne anco giacere in letto, tenendo per un mese continuo le gambe alzate alla muraglia, poiché quando le abbassava gli pareva di havere la corda, e non si trovava da i medici cosa che gli giovasse, parendole che l’ossa delle sue gambe fossero ripiene di dolore; et havendo invocata la Madonna della Quercia ricevè da quella la pristina sanità; e così è venuto egli istesso a piedi a portare il suo voto e la sudetta relatione

 

Vincenzo Panicale– 1629

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni 1625 ms. cc.120- 120v

 

 

 

 

 

 

 

 

...è sopra di questa quercia [ Gesù] fanciullino con una rondinella in mano stando in gremio della Madre seggio di misericordia, non per altro pare che vi stia se non per accogliere li caduti, et a quelli donare la sua misericordia, come si vede al presente d’un certo huomo viterbese detto Vincenzo  Panicale pittore, il quale ritrovandosi in Montalto a dormire  in una casa alli due hore di notte gli cascò adosso tutta la casa con due palchi, e le pareti in tal maniera si sentì il peso sopra di se, che non potendo raccomandarsi con la lingua con il cuore invocò Christo e la Madre della Quercia che gli sollevasse il peso, e subito parve d’addormentarsi, e doppo cinque hore fu trovato sotto quei sassi con grandissima copia di materie  sopra il suo corpo, in tal maniera che da tutti fu giudicato morto, nulladimeno : suscepit Israel puerum suum, la Madre lo rese sano e salvo come quello che sempre l’haveva hauta in devotione, et al presente più che mai la visita, e s’affatica in lavorare per detta chiesa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni 1636 pp.50-51

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Antonio di Natale– 1699

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


ASMQ  vol. 127 c. 29

 

A dì 18 agosto 1699

Antonio di Natale da Imola habitante in Monte Alto di Castro essendo infermo gli venne un male grande negli occhi che lo privò totalmente della vista et andava per Monte Alto  con la guida, essendosi raccomandato con fede viva a questa Beatissima Vergine della Quercia, recuperò la vista et venne qui in persona et portò il voto di argento et io sono testimonio di questa.In fede

Casella di testo: + di Antonio Natali

Fra Filippo Maria Gonzales sagrestano maggiore mano propria

 

 

Francesco Caminati– 1733

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


ASMQ vol. 127 c. 71v

 

 A dì 27 ottobre 1733

Francesco Caminati  da MontalAlto d’anni trentacinque essendolgli venuta una fistola nell’occhio destro, accompagnato con una febre maligna, disperato da medici. Ricorse alla fonte delle gratie di questa Beatissima Vergine unico conforto nelle bisogna. Immediatamente pigliò il legno con viva fede , ricuperò la sua salute.

Fra Innocenzo Gorizutti sagrestano maggiore mano propria

 

 

 

 

 

TOLFA

 

Bartolomeo di Silvestro  - 1510

 

"Bartolomeo di Selvestro picconiere Mantovano ritrovandosi alla cava della lumiera a lavorare venne a parole con duoì suoì compagnì, qualì doppo molte parole ingiuriose lo ferirno con tre ferite mortali una delle quali passava da banda della spalla destra fino al petto, et altro suo compagno li diede di una pietra in tre parte della testa come si vede, acciacata tutta et lasciato per morto; et mentre che era ferìto dìceva Madonna della Quercia vi raccomando l'anima mia et perdono a questi miei compagni. Onde doppo li comparve una donna vestita di bianco quale levò su il detto Bartolomeo et li disse che non dubitasse che la Madonna della Quercia ti rende la sanità.

Condotto alla Tolfa dal cerusico fu tenuto spedito, et il giorno di poi si trovò sano et salvo; et venne a rendere gratie alla Madonna facendo il voto che anco si vede con la relatione di questo fatto nel 1510 allì 8 dì Marzo.

Ita est F. Thom[asius] Ban[donius]"

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


             Acquerello- 1619-tratto dal “Libro dei Miracoli” p.58 - Bibl. Besso -  Roma 

 

Vedi anche : ms. Bandoni, c. 63; Bandoni 1628, p. 91; Malanotte 1666, p. 56; Peroni 1685, p. 54; Borzacchi 1696, p. 70, Torelli 1793, p. 172.

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni ms c.63

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni 1631 p.36

 

 

 

Bastiano Martorelli– 1629

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni 1634 p. 8

 

 

 

 

 

 

Cristofaro d’Agostino – 1630

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni 1634 pp.19-20

 

 

Domenica Miglini  – 1641

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Basilica della Madonna della Quercia – Tav. 108

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Peroni pp.186-187

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Torelli 1725 pp.329-330

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fra Modesto da Viterbo – 1666

 

B.                                                                             

 

 

'Fra Modesto da Viterbo, laico capuccino nell'andare dalla Tolfa a Civitavecchia per strada fu sorpreso d'im­provviso tremore de membri attratto nelle mani e perso dal mezzo in giù con reiterati accidenti mortali rac­comandatosi alla B. Vergine della Quercia in breve recuperò la pristina sanità, restando di forze più vigoroso di prima [26 Ottobre 1666]".

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


             Acquerello- 1619-tratto dal “Libro dei Miracoli” p.203 - Bibl. Besso -  Roma 

 

 

Vedi anche : ms. 127, ad annum; Peroni 1685, p. 219; Borzacchi 1696, p. 286; Torelli 1793, p. 206.

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


ASMQ vol.127 c.14

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


ASMQ vol.127 c.14

 

 

A di 26 ottobre 1666

Comparve fra Modesto da Viterbo Cappuccino laico il quale riferì che partitosi dal loro convento di Tolfa per andare verso Civitavecchia, e discosto circa due miglia lontano di quel paese, ecco al improviso si sentì mancargli la vista con tremore di tutte le mambra, fu attratto nelle mani e perso dal mezzo in giù, dove si fermò col suo compagno; et per esser vicino in quel luogo la Madonna di Cibona delli Padri Agustiniani riformati procurorono qualche agiuto da questi buoni padri i quali subito in gran carità lo portorono in cataletto nella loro chiesa, dove nell’altar maggiore della sopradetta chiesa gli cominciò a venir l’accidente più gagliardo di prima; la onde preso tutti i Santissimi Sacramenti da questi padri secondo il parere di tutti i circostanti  restò morto senza movimento alcunoper mez’hora, rivenuto poi in se si raccommandò a questa Vergine di Cibona della sua salute, onde hebe la gratia d’esser portato nel loro convento di Cappuccini di Tolfa. Arrivò in questo mentre la nuova alla madre del sopradetto fra Modesto qui in Viterbo, la quale tutta piena di lagrime, ma più ripiena di fede corse subito a questa Madonna Santissima della Quercia, et inginochiatasi nella sua capella con gran singulti e pianti li dimandò gratia li facesse havere buone nuove del suo figlio;

la consolò questa gran Madre di Iddio con la buona nuova che presto gli arrivò qualmente il suo figlio era guarito dall’attrato delle membra, e se bene li restò qualche deboleza (con tutto che caminava solo con un bastone) in termine di 40 giorni ricuperò la pristina sanità e restò più gagliardo di prima.