VITERBO

LA  Quercia, Bagnaia, Grotte S.Stefano, Fastello,

Monte Calvello, Roccalvecce, S.Martino, Tobia

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Miracoli e grazie

operati da Dio

per intercessione

della

Madonna della Quercia

in favore degli abitanti

di

V I T E R B O,

La Quercia,Bagnaia,Grotte S.Stefano,Fastello, Montecalvello,Roccalvecce,S.Martino,Tobia

tratti da ex voto,

manoscritti e libri

secoli XV-XIX


 

 

 

 

 

 

INTRODUZIONE

 

Era consuetudine, a partire dal 1571, dare alle stampe quasi ogni 10-20 anni  i racconti dei miracoli e delle grazie operati da Dio per intercessione della Beatissima Vergine venerata come Madonna della Quercia.

I libri, di solito, erano scritti dai sacrestani maggiori della Basilica della Quercia, testimoni  dei racconti che i devoti di Maria facevano nel momento che venivano a ringraziarla nel suo santuario per il  miracolo ricevuto.

Quest’opera di divulgazione e testimonianza si è interrotta con l’ultimo libro scritto dal domenicano francese padre  M.Chery nel 1869.

Ho voluto riprendere tale consuetudine iniziando a  raccontare i miracoli e le grazie ricevuti dagli abitanti di Roma, centro spirituale della nostra Fede e come omaggio all’unica confraternita ancora esistente dedicata alla Madonna della Quercia: la Confraternita della Madonna della Quercia dei Macellai di Roma.

Poi sono passato a raccontare  i miracoli che la Madonna ha fatto a persone residenti in altre zone d’Italia.

Questa raccolta è dedicata a VITERBO e  ai suoi abitanti che  per primi hanno provato l’amore che la Vergina Santissima  nutre verso di noi, suoi figli.

E’ dedicata a tutti coloro che hanno provato la mistica  dolcezza  della  Madonna della Quercia, accanto alla quale molti  spesso si sono fermati a chiedere aiuto , con la speranza, anzi la certezza che rivolgeranno ancora  a Gesù e alla Madre celeste le loro preghiere  per  tutta la comunità dei devoti di Maria.

Le storie sono riportate così come sono state scritte all’epoca, volendo evidenziare la storicità del fatto e la freschezza, talvolta l’ingenuità, dei racconti.

Come gli autori di una volta, anch’io ho voluto essere solamente il testimone dell’accaduto, desiderando riaffermare ciò in cui credo fermamente:

Maria, madre di Dio e madre nostra non ci lascia né ci lascerà mai soli.

Per rafforzare tale concetto voglio riportare le parole del grande poeta Dante Alighieri che nel XXXIII canto del paradiso fa dire a san Bernardo:

 

Vergine madre, figlia del tuo figlio

umile ed alta più che creatura,

termine fisso d’eterno consiglio,

tu se’ colei che l’umana natura

nobilitasti sì che ‘l suo fattore

non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l’amore

per lo cui caldo ne l’eterna pace

così è germinato questo fiore.

Qui se’ a noi meridiana face

di caritade, e giuso, intra i mortali,

se’ di speranza fontana vivace.

Donna se’ tanto grande e tanto vali,

che qual vuol grazia ed a te non ricorre

sua desianza vuol volar senz’ali.

La tua benignità non pur soccorre

a chi domanda, ma molte fiate

liberamente al dimandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,

in te magnificenza, in te s’aduna

quantunque in creatura è di bontade.

 

Gianfranco Ciprini

 

 

 

La Quercia 12 settembre 2010

Festa della Madonna della Quercia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INIZIO DEVOZIONE

1417

 

 

 

"Anno Domini 14671 mense augusti die quinta decima F.Thoma[sius] Ban[donius].

Nel campo Gratiano sopra una Quercia fu posta una tegola dipintavi dentro una Madonna acciò che li viandanti portassero rispetto al luogo per li continui amazzamenti e latrocini che si facevano".

 

1) Prima di "1467" originariamente è stato scritto "1619" la data dell’acquerello.

 

 

  

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.8  Bibl. Besso Roma

 

Vedi anche: Cronica di Anzillotto viterbese,a cura di F. Cristofori, p. 144; ms. 113, c. l; ms. Bandoni, c. 6; Bandoni 1628,p. 9; Malanotte 1666, p. 2; Chery 1869, p. 1 l; la scena è dipinta nella Sala della Madonna dei Palazzo dei Priori di Viterbo.

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Battista Juzzanti  venera l’Immagine    1417- Affresco palazzo Comunale Viterbo , sala Madonna della Quercia  sec. XVI

 

 


 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Niccolò della Tuccia Codice Riccardiano,1941 f 67r - Firenze

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Le note e le osservazioni sono del prof.Giuseppe Lombardi

 


 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


A.S.M.Q.  vol.113 c.1 fra Vittorio d’Arezzo 1576

 

 

 

Al  nome sia de Dio et della Gloriosa Vergine Maria, protetrice di questa santa casa et di tutti i santi et sante della celestial corte.

In questo libro si scriverano le cose più notabili et ricordi apartenenti alla chiesa et sagrestia di Santa Maria della Quercia di Viterbo

 

In prima, Ricordo come questo nostro luogo dove è hora la chiesa et convento si chiamava il campo gratiano et era luogo incolto et selvatico et boschareccio, in quel tempo si trovava in Viterbo uno certo Mastro Batista Magnano molto timorato de Iddio et devoto della gloriosa Vergine Maria il quale lanno 1417 fece dipingere in uno tegolo di quelli si cuoprono i tetti una inmagine della gloriosissima Vergine Maria con il suo figlio in collo, a un certo pittore detto per nome suo proprio Monetto et a comune e publica devotione detto mastro Batista portò tale inmagine gloriosa in un luogo detto e chiamato  tra le vigne, et quivi nella publica strada apese a una quercia dove era insiemi una vite salvatica, et risguardava nella via publica et questo è il luogo proprio et la medesima figura che hoggi si vede et da cristiani dell’uno e laltro sexo debitamente si honora. Quantunque detta gloriosa inmagine stessi da che vi fu portata quasi incognita presso a cinquanta anni  perché altri non l’adorava se non certe donnicciole che quivi passavono è ben vero che l’albero stesso quale reggeva un tanto glorioso thesoro preciosissimo quanto li fu possibile concesso dalla natura imperò che inchinando et restringendo et  [c.1v] racogliendo insiemi i suoi rami li fece uno bellissimo et naturale tabernaculo maraviglioso ali occhi de i risguardanti a tal che oltre la gratia e devotione che gettava la benedetta inmagine si agiungeva ancora il maraviglioso artifitio naturale dello ornamento  che faceva la quercia.

 

 

 
 

 

 

 


 

 

 

 

 


 

 

1417 inizio devozione Nelli cc. 9 e 10

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Alcuni passanti si fermano a venerare la Madonna  chiamata  “ della Cerqua”

Affresco palazzo Comunale Viterbo , sala Madonna della Quercia  sec. XVI

 

 

“Tra Viterbo e Bagnaia c’è un TESORO”

PIER DOMENICO ALBERTI

Eremita di Monte S.Angelo

1450

 

 "Uno heremita molto tempo avanti che la Madonna mostrasse miracoli disse che in questo Campo Gratiano v'era un tezoro onde molti cavando in in più luoghi non trovando nulla querelansi del detto heremita, li manifestò che il tezoro stava sopra la Quercia. Il nome del qual romito era Pier Domenico Alberti senese e di santa vita e per arricchire il suo romitorio e Chiesa la prese portandola via ma subito la Santissima Vergine riannò al suo primo luogo del che accortosi il romito perciò si mosse poi a dire quanto di sopra si è detto".

 

F. Albertus a Navi Superior , Lector scribebat

                                                                                                           

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.10 Bibl. Besso Roma

 

 

Vedi anche : Nelli 1571 c.9 ; ms. Bandoni, c. 6; Bandoni 1628, p. 10; Peroni 1685, p. 9; Borza hi 1696, p. 9; Torelli 1793, p. 3; Chery 1869, p. 14.

Il miracolo è dipinto nella lunetta n. 1 del Chiostro dalla Cisterna.

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


                                                                                                        Nelli  p.9                                                                    Torelli 1725  p.3

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


                                                                                                  Pierdomenico Alberti, Chiostro della Cisterna , affresco 1630

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Res Historicae, G.A.Manelli 1711 ms., A.G.O.P. vol. XI9500 c.2

 

Nell’anno sudetto(1447) dimorava in un romitorio situato in um monte distante un miglio dalla Quercia chiamato S.Angelo dalla chiesa dedicata a gloria di Dio et dell’Arcangelo S.Michele un santo Romito senese detto Pier Domenico Alberti.  Questo illuminato da Dio conoscendo il tesoro che rendeva conspicua detta selva, lo rapì per arricchire la sua chiesa e se medesimo di virtù.

La Beatissima Vergine però che havea determinato render celebre  la fortunata quercia, e quivi dispensare al mondo tutto miracoli e gratie, fece che  ben presto ritornasse invisibilmente ad appendersi nel primiero luogo la miracolosa imagine. Conosciuti per tal miracolo dal santo romito i desideri del Cielo, non ardì più di toccarla, ma prostrato alle radici dell’albero, non potea satiarsi di prestare ossequij alla gran Vergine Madre avanti questo suo prodigioso ritratto. Accendevasi ogni giorno più il di lui spirito di devoti affetti; ne potendo più racchiudere il santo fuoco , andava dicendo” fra Viterbo e Bagnaia nella pubblica strada vi è un gran tesoro” . Non voleva l’huomo do Dio per humiltà dire di vantaggio; ma benchè fuggesse gli applausi del mondo, era non di meno  in tanto credito che molti prestaron fede alle sue parole; credendosi però che verificarsi dovessero del tesoro materiale d’oro  e d’argento si posero a scavare in più luoghi di detta strada. Ciò veduto dal sant’huomo , non potendo tolerare il danno del prossimo gli disse finalmente che ogni loro fatica era vana, stante che il gran tesoro era l’immagine della Madonna santissima che stava sopra la quercia.

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


La Chiesola di S.Angelo

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


L’Eremo di Pierdomenico Alberti , esterno ed interno , nei pressi di Campo S.Pietro ai piedi della Palanzana

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


“La chiesola” in alto a destra  , Affresco Palazzina Gambara , particolare

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni 1628 p.10

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni 1631 p.III

 

 

…da questo s’è presa la devozione d’andare al Monte S. Angelo tutte le feste di Maggio , poiché in quel mese tolse il devoto Romito la Madonna, e da se medesima ritornò sopra la Quercia, et ogni giorno cresce la devozione , e concorso alla gloriosa Madonna.

 

 

 

 

 

 

 

BARTOLOMEA – 1465 ?-

 

 

“Madonna Bartolomea Viterbese molto devota verso questa santa imagine pensò far un pio furto e levatola dall'albero portorsella a casa ma la mattina seguente andata nell'Oratorio ove posta l'haveva per farvi oratione non la ritrovò onde subito portosi con ogni diligenza a cercarla, la ritrovò alla cerqua pendente come prima e ripigliandola la seconda volta la riporto a casa e dentro la cassa reserrolla a chiave ma il tutto invano poscia che miracolosamente ritornò al suo luogo".

F. Albertus a Navi lector et superior scribebat 7 octbris 1659

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.12  Bibl. Besso Roma

 

 

Vedi anche : Nelli 1571, c. 10; A.S.M.Q. Vol. ms. 113, c. 17; ms. Bandoni, c. 7; Bandoni 1628, p. I I; Malanotte 1666, p. 10; Peroni 1685, p. 10; Borzacchi 1696, p. 9; Torelli 1793, . 3‑ Chery 1869, p. 17.

E anche la “Sala della  Madonna dei Palazzo dei Priori di Viterbo e nella lunetta n. 2 dei Chiostro della Cisterna.

 

Casella di testo:  Per il che una devotissima donna chiamata Bartolomea vi dimorava lunghissimo tempo tirata dalla devotione e vaghezza di tale inmagine , non si acorgendo lei propria della lungheza del tempo che vi dimorava et havendo frequentato questa devotione molti anni, accesa sempre più della devota figura non satia di vederla, pensò fare uno devoto et pietoso furto  et per poter meglio godersi tali delitie spirituali si risolvè portarsela a casa e così fece, dove la sera rinserata in camera con incredibile contento lungamente vi fece oratione. Andatosene a riposare , la gloriosa Vergine  miracolosamente se ne ritornò nel primo luogo. Dove destatosi la donna et con grandissima  allegrezza levatosi per fare oratione alla tanto amata inmagine non la ritrovò, onde restata fuora di se non sapeva  che si fare et pensando l’havessero levata i suoi di chasa si tacque, non sentendo a nessuno perlarne di chasa, se inmaginò quello  che era cioè che si fussi a casa, o al tabernacolo proprio da lei eletto ritornata miracolosamente, onde con prestezza se ne ritornò ai soliti negoci. Doppo non molto tempo di nuovo si asicurò portossi a casa tanto thesoro, et la benedetta Madre come prima se ne ritornò al luogho suo eletto.

 

A.S.M.Q.  vol.113 c.1v, fra Vittorio d’Arezzo 1576

 

 


 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bartolomea, viterbese, ruba la tegola che  miracolosamente ritorna sulla quercia

Affresco palazzo Comunale Viterbo , sala Madonna della Quercia  sec. XVI

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1465 Bartolomea Nelli cc.10,10v,11

 

 

 


 

Pestilenza – estate 1467-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1417 Niccolò della Tuccia , Comunale Vit. copia Riccardiana pp.176,177

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 


...

 
 

 

 

 

 

 

 


1417  Niccolò della Tuccia Ciampi p.91

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


1467 peste, fra Michele, 1509 c.1

 

Tunc temporis Viterbium civitas grandi pestilentia laborabat et gratia beatissime Virginis ad nihilum est redacta …

 

In quel tempo una grande pestilenza  aveva colpito la città di Viterbo e per l’intervento della Beatissima Vergine fu debellata …

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Agosto 1467 iniziano i pellegrinaggi spontanei ai piedi della quercia

Affresco palazzo Comunale Viterbo , sala Madonna della Quercia  sec. XVI

 

 

Permesso, dato dal Vescovo di Viterbo,

cardinal Pietro Gennari, il 26 agosto 1467, di costruire un  altare, ai piedi della quercia dove era stata collocata la Sacra Immagine di Maria

e di  celebrarvi la S.Messa

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


26 Agosto 1467, il Cardinal Pietro Gennari, vescovo di Viterbo, autorizza il culto alla Madonna della Quercia.

A.S.M.Q  rotolo pergamenaceo , a/13

 

 

In Nomine [Domini] amen. Anno Domini nostri Jesu Christi a nativitate eiusdem millesimo CCCLXVII, indictione XVa, pontificatus Sanctissimi in Christo Patris et Domini nostri Domini Pauli dignissimi pape Secundi , die vigesima sexta mensis augusti.

 

Universis et singulis hoc presens publicum instrumentum inspecturis pateat evidenter quod in presentia mei notarii et testium infrascriptorum ad hec spetialiter vocatorum habitorum et rogatorum.

Constituti personaliter coram reverendo patre et domino Domino Petro, Episcopo Viterbiensi et Tuscanensi, in loco infrascripto nobiles et egregii viri Nicola Tuscie, ser Christofanus Altubelli et ser Thomas ser Johannis Thomassi de numero magnificorum dominorum priorum inclite civitatis Viterbii, de consensu et voluntate aliorum dominorum priorum eorum collegarum, prout ipsi asserverunt, et  ser Dominicus infrascriptus fidem fecit.

Et vice et nomine Comunitatis Viterbii exposuerunt prefato Domino Episcopo cum sit notum ac notorium per totam civitatem Viterbii, etiam sue reverende paternitati et omnibus locis et terris circumstantibus qualiter nuper apud quamdam Imaginem Gloriose Virginis Marie in quadam arbore quercus appensam in tenimento Viterbii, in contrata Grazani prope dictam civitatem Viterbii, quod plura miracula evidenter visa sunt et quotidie ex ea videntur et in dies videri speratur, propterea que non tantum cives Viterbienses, sed etiam omnes et singuli convicini et Populi circumstantes maxima devotione ad ipsam Imaginem Gloriosam concurrunt, quapropter prefata Comunitas Viterbii intendit et maximo desiderio optat in loco predicto quandam ecclesiam et cappellam hedificari facere ad honorem et laudem Omnipotentis Dei et eius Sanctissime Matris Virginis Marie et ad perpetuam memoriam prefati Ymaginis.

Propterea prefati Domini Priores maxima instantia nomine dicte Comunitatis petierunt eisdem licentiam per prefatum Dominum Episcopum dari et concedi dictam ecclesiam et cappellam hedificandi et hedificari facendum cum auctoritate ibidem celebrandi missas et cetera alia spectantia ad divinum officium faciendi et super predictis auctoritatem interponere ad hoc ut dicere possit locus pius et ecclesiasticus.

Qui Dominus Episcopus prefatus, audita petitione facta per prefatos dominos priores, vice et nomine prefate Comunitatis Viterbii, fore et esse iustam et redumdare ad maximam devotionem populi civitatis Viterbii et aliorum circumstantium, prefatis Dominis Prioribus presentibus et recipientibus nomine Cominitatis predicte dictam ecclesiam et cappellam hedificandi et hedificari faciendi et ibidem ecclesiastica sacramenta ministrandi et conferendi hac missas celebrandi et omnia alia et singula faciendi et dicendi,

 

que spectant ad laudem Domini Nostri Iesu Christi et sue Matris Gloriose Virginis Marie et ad divinum officium sua auctoritate ordinaria licentiam omnimodam benigne et gratiose dedit atque concessit, ita quod amodo et deinceps locus ipse sit pius et ecclesiasticus et pro pio et ecclesiastico decrevit et haberi ac reputari voluit.

Super quibus omnibus et singulis prefatus Dominus Episcopus auctoritatem suam ordinariam interposuit et decretum rogantes me Notarum infrascriptum, una cum egregio viro Ser Dominico Ser Zacharie notario publico de Viterbio, ut predictis publicum conficeremus instrumentum.

Actum Viterbii in palatio episcopatus in cammera solite residentie prefati Domini Episcopi, presentibus Venerabilibus viris domino Bartolomeo Cole, domino Benedicto et domino Lodovico Iannis Veltri, canonicis ecclesie Sancti Laurentii viterbiensis et nobilibus viris Ser Iacobo Iohannis Nicolassi et Ser Leonardo Iacobi Iohannis Gaglardi de Viterbio, testibus ad predicta vocatis, habitis et rogatis.

Et ego Augustinus de Ciosis, presbitero viterbiensi, apostolica et imperiali auctoritate notarius et iudex ordinarius, predictis omnibus et singulis dum sic agerentur et fierent presens interfui et ea una cum prefato ser Dominico rogatus scribere et publicare scripsi et publicavi, signum quoque meum apposui consuetum .

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Signum mei Augustini Notarii predicti

 

+ Ego Bartholomeus Cole viterbiensis canonicus, testis ad predicta vocatus, habitus et rogatus que, ut premictuntur, fuerunt stipulata, ideo vera fuisse et esse confiteor et manu propria subscribo.

 

+ Ego Ludovicus Ioannis, canonicus viterbiensis, testis supra nominatus, quia predictis omnibus interfui, et ea omnia prout scripta sunt vera esse novi. Ideo ad maiorem fidem premissorum, me propria manu subscripsi.

 

+ Ego Benedictus  Cole canonicus viterbiensis et testis prenominatus, quia predictis omnibus interfui, vera fuisse et esse fateor et ideo me subscripsi

 


 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1417 30 agosto , Niccolò della Tuccia , Comunale Vit. copia Riccardiana pp.178,179

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1417 , 30 agosto, Niccolò della Tuccia, Ciampi p.92

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


30 agosto 1467- 14 comunità  si recano in pellegrinaggio ai piedi della Madonna della Cerqua

Affresco palazzo Comunale Viterbo , sala Madonna della Quercia,  sec. XVI

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 


30 agosto 1467- 14 comunità  si recano in pellegrinaggio ai piedi della Madonna della Cerqua.

ASMQ vol.113 c.2v ,fra Vittorio d’Arezzo, 1576

 

[ e tanto si sparse]  la fama per il Patrimonio di che in uno medesimo giorno del anno sopradetto  1467  [30 agosto] , vi concorsero quatordici comunità et furono queste Toschanella,Caprarola,CArbognano, Bassano[in Teverina] , Soriano, Civitella, Bagnaia, Buomarzo, Vetralla, Lugniano, Chanapina, Montefiascone, Vitorchiano, Ronciglione et molti altri circumvicini , et tutte queste comunità diedero 25 scudi per una, et in questo giorno fu stimato il concorso de populi arivossi al numero di quarantamila persone

 

 


 

CAVALIERE viterbese

Primi giorni settembre 1467

 

 

 

“Nel 1467 nel mese di settembre un certo homo viterbese fugendo da suoi nemici che assallito l'havevano s'imboscò nel'antica e folta selva vedendosi arrivato da persecutori temeva della vita e alzando gli occhi vidde sopra i rami d'una cerqua l'immagine di Maria alla quale raccomannossi... mentre quelli arivatolo col armi alla mano per ferirlo glielo rese invisibile per sottrarlo dalla loro crudeltà".

 

F. Albertus a Navi lector et superior scribebat.

17 octobris 1659

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.14  Bibl. Besso Roma

 

Vedi anche : Nelli 157 1, c. 11; ms. Il 3, c. 2; ms. Bandoni, c. 8; Bandoni 1628, p. 13; Gallesi 1642, p. 9; Malanotte 1666, p. 1 l; Peroni 1685, p. 11, Borzacchi 1696, p. 9; Torelli 1793, p. 5; Chery 1869, p. 21.

Il miracolo è dipinto nella Sala della Madonna del Palazzo dei Priori di Viterbo, nella facciata posteriore dell'edicola del Bre­gno, nella lunetta n. 3 del Chiostro della Cisterna

 

 

Affresco palazzo Comunale Viterbo ,

Sala Madonna della Quercia  sec. XVI

 

Tempietto del Bregno.

Affresco di Michele Tosini 1570

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


  

 

Casella di testo:

Casella di testo:

 

 

 

Primi giorni settembre 1467-  Un cavaliere viterbese è reso invisibile.

ASMQ vol.113 c.2 ,fra Vittorio d’Arezzo 1576

 

 

“…L’anno 1467 nel mese di settembre in questa maniera andò il caso. Questo povero homo haveva una grandissima moltitudine di nemici che del continuo lo cerchavono, ocorse che un giorno infra li altri fu visto da loro et con gran fretta il seguitorno per darli morte trovandosi solo et disarmato: per un pezzo si servì delle armi della gambe movendole con gran fretta fuggendo la rabbia de nemici . Al ultimo vinto si dalla stracchezza si ancora dalla vicinanza delli nemici che di gia l’havevono arivato: arivò alla felice quercia dove la Gloriosa Vergine si riposava, et alzando locchio a quella con tutto il cuore quanto più poteva se li racomandò lo volessi socorrere in tanto pericolo gettandosi in tutto nelle braccia della gloriosa madre; et gettandosi sotto la quercia si fermò: sopragiungendo i suoi nemici et considerando che non poteva essere passato in nanti si derno a cercare con ogni diligenza qui intorno, a tale che cercando nel proprio luogho dove stava  ascosto che quasi lo toccavono non poterno mai vederlo essendo coperto dal misericordioso manto di Maria Vergine. Havendo cercato e non trovato si partirno e questo homo trovandosi libero non ingrato del beneficio doppe le rese gratie a Maria Vergine se ne andò in Viterbo et con grandissima eficacia del dire cominciò a predicare questo miracolo publicamente, il che sentendo Bartolomea sopradetta li parve tempo di palesare i suoi doi furti che haveva fatto et come sempre per se stessa si era ritornata al solito luogo: et con tanta eficacia et luno e laltro publicorno tali miracoli che la comunità tutta di Viterbo si mosse a venire a vedere quello che havevono udito…”

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Primi giorni settembre 1467-  Un cavaliere viterbese è reso invisibile.

Affresco chiostro della cisterna sec. XVII

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


                                                                                                                     1467 cavaliere viterbese - Nelli cc.11v-13

 

 

 

 

PROCESSIONE 20 SETTEMBRE 1467

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Processione 20 settembre 1467

Affresco palazzo Comunale Viterbo , Sala della Madonna della Quercia  sec.XVI

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Processione 20 settembre 1467

Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619

Tratto dal “Libro dei Miracoli” pp.17,18  Bibl. Besso Roma

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 


...

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1417    20 settembre , Niccolò della Tuccia , Comunale Vit. Copia Riccardiana pp.180-182

 

 

 
 

 

 

 


...

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


1467 20 settembre,  Niccolò della Tuccia,  Cristofori pp.146,147

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1467  La città di Viterbo si consacra alla Madonna della Quercia

Affresco chiostro della cisterna – Ludovico Nucci 1606

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Settembre 1467 , la prima cappellina di Tavole

Affresco palazzo Comunale Viterbo , Sala della Madonna della Quercia  sec.XVI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bandoni T., Scelta d'alcuni miracoli e gratie fatte dalla gran Signora Madre di Dio, detta e

nominata la Madonna della Cerqua di Viterbo, Viterbo, 1628 pp.7-9

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Borzacchi A., Historìa della B.ma Vergine della Quercia di Viterbo, Viterbo, 1696

pp. 6-7

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Torelli N. M., Miracoli della Madonna della Quercia di Viterbo e sua istoria, Venezia, 1725

Pagine I-V

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Frontespizi di alcuni volumi  riguardanti i

“Miracoli della Madonna della Quercia”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


A.Nelli 1571                                                        T.Bandoni 1628

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


A.Borzacchi 1696                                                    N.M.Torelli 1725

 

 

Gabriello e

Giovan Francesco, suo figlio

 
1494

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.186 -  Bibl. Besso Roma

 

 
"Gabriello da Viterbo al Biedano fu assaltato da ladroni et per morto lasciato, raccomandossi alla Madonna fu restituito in sanità con uno suo figliolo 1501 alli 8 d'Aprile".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.188/a-  Bibl. Besso Roma

 

"Giovan Francesco figlio di Gabriello da Viterbo al Biedano fu ferito col padre suo dalli ladroni come si vede , et lasciato per morto, sanato per intercessione della Madonna della Quercia".

 

 

 

“ Nell'anno 1494 Gabriello da Viterbo con Giovan Francesco suo figliolo anni 15 andando a Civita Vecchia al Biedano furno assaliti da 3 ladri uno con la spada l'altro con lo spiedo il terzo con le frezze onde Gabriello nel raccomandarsi alla Santissima Vergine della Cerqua percosso dal primo con la spada nel capo con due colpi mortali e nel fianco e mano destra quasi restata staccata dal braccio, il secondo passandolo nel fianco da banda a banda con uno spiedo e il terzo tirantoli quattro frezze in diversi luoghi caduto in terra e da ladri giudicatolo per morto si posero addoso al figlio per uciderlo e presolo per la zazera li tirorno un colpo alla volta della gola con tagliarli gran parte del collo e ricorendo anch'egli alla Vergine della Cerqua comparvero alcuni della Tolfa e Lumiere che posero in fuga i ladri e in breve restorno sani delle ferite".

F. Albertus a Navi lector et superior scribebat

17 Octobris 1659

 

[segue di mano posteriore] Questo è notato un'altra volta nel fine in due figure distinte.

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Acquerello  - 1659-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.31-  Bibl. Besso Roma

 

 

Vedi anche : ms. Bandoni, c. 28; Bandoni 1628, p. 28; Gallesi 1642, p. 14; Malanotte 1666, p. 19; Peroni 1685, p. 19; Borzacchi 1696, p. 18; Torellì 1793, p. 166.

Il miracolo è dipinto nella lunetta n. 14 dei Chiostro della Cisterna.

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1494 Gabriello e GiovanFrancesco suo figlio - Affresco chiostro della cisterna sec. XVII

 

 

 

 

Donna SAVIA – 1499

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.38-  Bibl. Besso Roma

 

“Nella città di Viterbo occorse che una donna chiamata la Savia bella sopra modo et honesta havendo partorito uno figliolo del suo marito già di uno mese quale teneva in collo et essendo stato il suo marito alcuni mesi fuora di Viterbo ritornato alla casa la moglie li va incontro con il suo figliolo in braccio; alla quale disse il marito: di chi è questo figliolo che hai in braccio? Rispose la moglie è il nostro; soggiunse il marito come è il mio che sono stato tanti mesi fuora et pensando che il figliolo avesse almeno quattro mesi essendo bello et grosso disse tu mi hai fatto disonore, ne alle ragioni della moglie ne delle congnate volendo dare orecchie diede 25 pugnalate alla moglie et quando si pensò che la moglie fosse morta si vortò al figliolo et tu Muletto ancora ti voglio occidere, et havendo una pugnalata ricevuta in capo parlò il putto di uno solo mese: ah padre perchè mi percuoti sono tuo figliolo ne parlò più. Al'hora il padre chiedendo perdono a Dio et alla Madonna della Quercia campò la moglie ed il figliolo quale poi fu trombetta di Viterbo chiamato Giovan Battista. Questa Savia era devotissima della Madonna et c'è la sua statua in chiesa: et io F. Thomaso B[andoni] ho ragionato con chi haveva cognosciuto questa gente: occorse nell'anno 1499 [1512]".

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Vedi anche: ms. Bandoni, c. 30; Bandoni 1628, p. 52; Gallesi 1642, p. 13; Malanotte 1666, p. 22; Peroni 1685, p. 22; Borzacchi 1696, p. 22; Torelli 1793, p. 100.

 

Dipinto nella lunetta n. 6 del Chiostro della Cisterna.

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1499 donna Savia - Affresco chiostro della cisterna sec. XVII

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1499 donna Savia – Bandoni 1636 pp.8e9

 

 

 

 

 

 

 

GIUSEPPE di BERNARDINO e

ANGELO di MARCANTONIO

1501

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Acquerello sec. XVII

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.38-  Bibl. Besso Roma

“…Giuseppe di Bernardino da Viterbo anco esperimentò l'aiuto di questa Vergine della Quercia essendo uscito libero della prigione.

Angelo di Marco Antonio di Viterbo e Francesco Recanide furono presi e messi in prigione in Regnano per haver rubbato un cavallo et un fagotto come appena si raccoglie del voto che portorno che è una prigione di legno intagliata con quei carcerati dentro, questi raccomandandosi alla Beatissima Vergine della Quercia restorno liberi et uscirno di prigione come altri innumerabili che sono stati liberati di prigione dalli ceppi e da catene e ferri che sono usciti per l'invocazzione di questa B. Vergine che non si mettono distinti in nome e millesimi perchè l'antichità e la polvere ha consumati li caratteri e molti son persi, altri sono senza i nomi".

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


MAZARINO - 1503

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Museo degli ex Voto –Tav. n° 16 – Dipinto su carta riportato su tavola-  1503

 

Io Mazarino lavorando le macine  si rivoltò una macina e chascomi adosso come vedete e fu cavato di sotto per morto racomandami alla Madonna della Cerqua e fu liberato per sua gratia

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1504[1503]  Mazarino – Bandoni 1636 p.13

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.180/a-  Bibl. Besso Roma

 

 

 

"Io Mazzario lavorando le macine mene rivoltò una adosso et fui cavato sotto di quella, come si vede, per morto per gratia della Madonna fui reso in vita 1524[1503] alli 6 di Ottobre".

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1503  Mazarino – Bozzacchi  1696 pp.34-35

 

 

 

 

 

GIOVAN BATTISTA SPIRITI

1506

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.156-  Bibl. Besso Roma

 

 

"L'anno 1502[1506] il sig. Gio. Battista Spiriti viterbese colonnello di gran valore ritornando di Roma a cavallo dalla ambasciaria fatta papa Giulio secondo per la sua città, nel luogho detto il Guado fu all'improviso assalito da molti suoi inimici tanto a piedi quanto a cavallo con armi anco avvelenate. Fu da quelli ferito in diverse parti e costretto pure a cavallo fuggirsene verso un gran precipitio detto la rupe di S. Antonio, larga più di 10 braccia, e profonda più di 60: vedutosi dunque il Nobil Cavaliero serrata ogni strada naturale. per la dìfesa, o scampo, si voltò a quella che è più potente di un ordinato esercito e disse: Santissima Vergine della Quercia liberate‑' delle mani de questi inimici. A questa voce dissero quelli privi di senno dall'ira e dal furore. Né Cristo né la madre ti camperà dalle nostre mani. All'horrenda bastemmia ripieno di zelo e confidenza replicò: la Madonna della Quercia et il suo Figlio mi camperà et essen do già sopra le labbra della rupe, parveli dì sentire una voce sopra il cavallo, passa dall'altra banda. Mirabil cosa. Spronato il cavallo come se questo animale fosse stato alato saltò felicemente dall'altra parte senza lesione alcuna restando gl'inimici delusi e confusi Portò questo signore la sua statua di un huomo ferito a cavallo, che al presente si vede e fu sempre devotissimo di questa casa".

 

Vedi anche : Nelli 1571, c. 24; ms. Bandoni, c. 40; Bandoni 1628, p. 47; Gallesi 1642, p. 18; Malanotte 1666, p. 15; Peroni 1685, p. 28; Borzacchi 1696, p. 31; ms. Uomini illustri, p. 379; Torelli 1793, p. 11 l; G. Signorelli «Viterbo nella storìa della chiesa», vol. Il parte I p. 325).

L'anno è 1506 e non 1502 e la statua (cavallo e cavaliere) era posta davanti l'altare maggiore della Basilica, a cornu Evangelii (Bussi, l.c.).

Il miracolo affrescato nella lunetta n. 7 dei Chiostro della Cisterna e sul tufo della rupe di strada Signorino, fuori Porta Faul.

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1506 Giovan Battista Spiriti - Affresco chiostro della cisterna sec. XVII

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Viterbo, Strada Signorino,Cava di S.Antonio – Affresco Giovan Battista Spiriti  sec. XVII

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


2 Settembre 1507 pagamenti dovuti per la costruzione della statuaA.S.M.Q.  Vol. 116 a c. 65

 

“Et ducati dua baiocchi LXVIIII 1/2 e quali sono per parte della metà di piú spese facte nel chavallo chome per gesso aguti di più sorte per parte di legname per cholla pece greca per la tela vestito dellomo cholori di piu ragioni oro et argento spade olio di linoseme chode di chavallo fogli grossi pelle pel fornimento, uno paio di staffe Uno di sproni una brigl[ila il cinto et bolloni dottone per parte di ferro et tavolatura c[i]oe sotto la basa et spranghe per pennegli stagnuolo fattura di spada et altro chome ne vidde chonto Vangelista di Sciamanna pertitamente”.

G.B., Spiriti contribuì alla spesa con ducati 2,5 d oro larghi (cfr. A.S.M.Q. Vol 116, 18 settembre 1507.).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1506 G.B. Spiriti , Nelli  cc.23v-24v

 

 

 

 

 

 

Cardinal RIDOLFI -1512

 

 

 

 

"Il cardinale S. Giorgio di casa Ridolfi hebbe uno catarro di scherentia pericolo di morte, ritenuto spedito da medici fece voto alla Madonna della Quercia ci riceve subito la sanità; et è quello che si trovò presente a quello di S. Casciano che fu scannato ci sepolto et con il collo fasciato venne alla Madonna et vedde la ferita et poi la sanità per ella et ce il suo voto primo a mano manca nel entrare in chiesa: l'anno 1512".

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.168-  Bibl. Besso Roma

 

Vedi anche : ms. Bandoni, c. 62; Bandoni 1628, p. 88; Malanotte 1666, p. 45; Peroni 1685, p. 44; Borzacchi 1696, p. 56;

Torelli 1793, p. 35.

Il miracolo di Dionisio da San Casciano  è raffigurato nella lunetta n. 4 del Chiostro della Cisterna.

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1512 Il cardinal Ridolfi con Dionisio da San Casciano  - Affresco chiostro della cisterna sec. XVII

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1512 Cardinal Ridolfi  – Bandoni 1636 p.35

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Altarolo del Bregno , il Cardinal Ridolfi e Dionisio da San Casciano – affresco sec. XVII

 

 

 

 

 

 

 

 

Catone e Mancino Fringuelli

1532

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.82-  Bibl. Besso Roma

 

Vedi anche : Nelli 1571, c. 28; ms. Bandoni, c. 68; Bandoni 1628, p. 84; Gallesi 1642, p. 45; Malanotte 1666, p. 54; Peroni 1685, p. 52; Borzacchi 1696, p. 66; Torelli 1793, p. 94.

 

Il miracolo è raffigurato nella lunetta n. 23 del Chiostro della Cisterna.

 

“L'anno 1532 messer Catone, Mancino Frenguello da Viterbo e Mariano Atti da Toscanella furono carcerati come autori o almeno complici di certi homicidij succeduti in Viterbo, essendo però tutti e tre innocenti onde essendo posti con i ferri e peso straordinario di piombo a piedi in tal maniera chè alli primi dui essendosi aperte le cartilagini sotto le braccia, si vedevano l'interiora; il terzo per essere forastiero fu trattato peggio aggiungendovi anco la capra dove appariva morto. Alzato questo di novo su la corda s'allungò il suo corpo che li piedi toccavano la terra e le mani alla girella il che veduto dal giudice et altri ministri l'interrogò si havesse qualche cosa addosso, dubitando che ciò procedesse da qualche stregonaria. Risposero l'innocenti prigioni non haver altro che l'invocatione della Madonna della Quercia. Onde stupito il giudice rilasciolli come innocenti. Usciti di prigione resero gratie alla Beata Vergine portando il voto in statua et è uno su la corda et è il più grande che sta in chiesa".

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1532 , Catone e Mancino Fringuelli  - Affresco chiostro della cisterna sec. XVII

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1532 Catone e Mancino Fringuelli , Nelli  cc.28v-29

 

 

 

 

 

 

 

 

GIOVAN RINALDO MONALDESCHI

1546

 

 

“ 1546  Il Sig. Giovanni Rinaldo Monaldeschi ritrovandosi in Rocca in Viterbo prigione per la vita si raccomandò alla Madonna della Quercia che li desse via et modo di scampare, ci fece e lo dato aiuto et uscì dalla prigione et di Rocca et in breve fu demesso: il tutto attribuì alla Madonna della Quercia et portò il suo voto come al presente anno si vede per gratia ricevuta".

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.124-  Bibl. Besso Roma

 

Vedi ANCHE : ms. Bandoni c. 86; Bandoni 1628, p. l2~, Malanotte 1666, p. 76; Peroni 1685, p. 73; Borzacchi 1696, p. 86; Torelli 1793, p. 96.

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1546 G.R.Monaldeschi , Bandoni 1628  pp.128-129

 

 

TENTELLA - 1550

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.34-  Bibl. Besso Roma

 

Vedi anche : Bandoni 1628, p. 136; Malanotte 1666, p. 80; Peroni 1685, p. 76; Torelli 1793, p. 114.

 

 

“ 1550 Era nella Città di Viterbo uno valente et nobile cittadino quale nel arte militare et in defendere l'honore suo et della sua città non haveva pari havendo piú volte combattuto in stoccate era sempre uscito vittorioso; onde la città come meritevole li haveva fatto alcuni singuiari privilegij; occorse che essendo una volta violentato di combattere con uno suo adversario et fatto li patti ordinari già consueti avanti il concilio di Trento di combattere a solo a solo che niuno potesse essere difeso ne aiutato in quello steccato; ecco che entrato a combattere con il suo adversario havendo prima raccomandato l'anima e il corpo suo alla beatissima Madre di Dio della Quercia sua devota che li fosse in aiuto quando che nel combattere havendo ferito il nemico et ridutto in termine che non poteva scampare, se non con chiedere la vita al detto Tentella, uno parente del suo adversario mosso a sdegno et rabbia contro del detto Tentella che dovesse essere il vincitore si accostò dietro al detto Tentella et li tirò una stoccata nel filo delle schiene mortale, questi si raccomandò alla Vergine della Quercia et ne fu libero et sanato: et portò il suo voto, che ancora si vede in chiesa".

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1550 Tentella, Bandoni 1628  p.136

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1550 Tentella, Torelli 1725 p.133

 

 

Cardinal Giovan Francesco Gambara

Vescovo di Viterbo

1577

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Villa Lante – Palazzina Gambara- Affresco sec.XVI (1578)

in alto a destra si intravede la chiesa della Madonna della Quercia

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Card.Gambara. Quadro esistente nella cappella della palazzina Gambara, villa Lante

 

 

Stemmi del Cardinal Giovan Francesco Gambara

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


Tratto da Frittelli p. 86                                     Tratto da Scriattoli p. 57

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1577  Card. G.Francesco Gambara , Bandoni 1628  pp.148-149

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1577 Card.G.Francesco Gambara . A.S.M.Q. vol.113 cc.19v-21v

 

 

 

 

 

 

 

 

“ …L’anno 1577 adi otto di aprile che fu il secondo giorno di pasqua di ressurrectione lo illustrissimo et reverendissimo cardinale Gambaro consecrò la nostra chiesa della Madonna,  essendo priore il reverendo padre fra Zanobi Buonacorsi fiorentino et sagrestano maggiore fra Victorio de Arezzo, et prima che consecrassi la chiesa fece

uno bellissimo sermone al populo viterbese il quale convenne a tal consecrazione e con tanto spirito et enfasi parlò che veramente si vedeva che lo Spirito lo faceva parlare et eccitò molto la comunità di Viterbo alla devotione di questa benedetta casa, et lodando i frati assai a tale che si mosse la comunità di Viterbo et fece uno donativo alla Madonna di settantacinque scudi, venticinque ne donò monsignor Celso vicelegato, et cinquanta la comunità, de quali denari se ne fa una lampana che stava dentro alla Madonna retta da doi angeli come si dirà più abaso in oltre fece voto la detta comunità di fare una città di argento, pregando la Santissima Vergine gli liberassi da la influentia grande de grilli i quali l’anno passato tolsero più de la metà delle ricolte et lassorno poi la uova in tanta quantità che non era possibile habitare più il paese, se non vi fussi usato grandissima diligenza in cavarle, et poi nati i grilli con la medesima diligenza, si è cerco spegnerli, et con tutto sieno venute tutte le comunità del patrimonio a cavarli non di meno per la moltitudine, la comunità pagava e paga tre giuli la mezza a chi li porta dentro la città per soterargli onde per questo et mediante il prego et intercessione di Maria Vergine speriamo che il Signore ci libererà da tanta piaga. Tornando al nostro primo intento , Havendo fornito il sermone cominciò con grandissima allegrezza e devotione a consecrare la chiesa accompagnato sempre dal Rev.mo Vescovo della città et dal Rev.mo Vicelegato, dal clero et da tutti i padri del convento et di santa Maria in Gradi, il populo stava tutto fuori della chiesa per che il Vicelegato fece venire la militia di Viterbo e sempre stettero alla guardia et non lassorno entrare persona ne fare tumulto. Et Consecrato la chiesa et l’altare della Madonna, in nanzi al altare si messe un paliotto ricchissimo di teletta doro a ricci donato da sua illustrissima signoria et alla finestra della gloriosa Vergine si messe uno mantellino del medesimo lavoro, dono del medesimo. Sotto le figure nelle parete a destra e sinistra si appiccorno cortine di teletta d’argento et di velluto turchino con frange, come si vedono, che ancora quelle donò il medesimo illustrissimo signore, in faccia della cappella si appiccorrno sei lampane di argento donate dal medesimo et hora fa la settima di maggior grandezza che le altre. Ornato così riccamente la cappella cominciò la messa con grandissima devotione. La quale fornita publicò la indulgenza che sua illustrissima et reverendissima signoria concesse insiemi con quella di Nostro Signore…

Non sono fornite qui le amorevoleze et liberalità  di questo illustrissimo et reverendissimo signore ma del continuo di giorno in giorno experimentiamo la grandezza del animo suo et la liberalità che usa con questa benedetta casa et con tutti i padri habitatori di quella, da i quali è amato come padre amorevolissimo e non solo da i padri di questo convento ma dalla provincia tutta, onde il Reverendo provinciale con i reverendi diffinitori ordinorno per quest’anno 1577 nel publico capitolo loro, che tutti i sacerdoti celebrassino una messa per la conservatione di sua illustrissima signoria, a tale che da noi è amato come padre et dalla provincia tutta come liberalissimo benefactore.[fra Vittorio d’Arezzo]

[Scritto in un altro momento] Il sopradetto illustrissimo et reverendissimo Cardinal di Gambara l’anno 1579 il giorno della Natività della Madonna venendo a celebrare in questa benedetta chiesa all’altare della Madonna , doppo l’haver celebrato lassò un calice d’oro di una libra undici oncie et venti grani di valsuta circa dugentocinquanta scudi quale havea fatto voto donare nel anno 1577 essendo la peste in gran parte dell’Italia et maxime in Brescia, se  i parenti et i luoghi del sopradetto illustrissimo cardinale erono liberati dalla peste, et havendo ricevuta la gratia nel medesimo giorno che fece il voto revolutis annis fece il dono. “

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1577 Card.G.F.Gambara, Borzacchi pp.104-105

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1574-77 il Card. G.F.Gambara paga le pitture della cappella della Madonna  . A.S.M.Q. vol.113 c.7v[7-8]

 

Altro non restava  per detta cappella [ della Madonna] acciò l’avessi  il suo compimento et stessi come era decente alla gloriosissima Vergine et a tanta devotione se non che si ornassi la volta di stucchi et le facciate di pitture. Ma per che tale impresa era [c.7v]opera da persone grandi di qui e che la gloriosissima Vergine ha mosso lo Illustrissimo Cardinale di Gambara a farle ornamento honoratissimo et l’anno 1574 cominciò a fare dare principio alla volta et farla stuccare dallo architetto messer Giovanni Malanca romano il quale prese la impresa sopra di se et la data a stuccare a Francesco Zacchera da Terni et a Gregorio romano in quel modo che al presente si vede . Sopra nel mezzo della volta vi è una nostra Donna che resuscitando dal sepolcro sale in cielo con li apostoli intorno al sepolcro da i lati della volta. Vi è san Pietro , san Paolo , San Lorenzo et san Giovanni evangelista, infra uno e l’altro una armi di sua illustrissima signoria con di molti altri fregi intorno che fanno un bellissimo vedere et è benissimo scompartita.

L’anno poi 1576  il di 29 di ottobre cominciò l’eccellente pittore messer Giovanni de Vecchi dal Borgo S. Sepolcro i quadri delle facciate et si stette tanto a dipingere perché il monsignore illustrissimo Farnese ha occupato detto pittore nel palazo suo a Caprarola et le figure da lui fatte dechiarano quanto sia eccellente: perché all’occhi di tutti del arte sono tenute bonissime, ma perché atualmente dipinge tali quadri non dirò altro fin tanto non sono forniti.

Il giorno 14 di dicembre del medesimo anno si scopersono tutte le figure fornite , et da quelli del arte sono tenute molto belle.Da uno dei lati vi è dipinto la Nuntiata, con il cardinale Gambaro il quale apresenta alla Madonna un suo nepote per amor del quale fece voto alla Madonna se guariva fare tale opera.

Dal altra banda vi è dipinta la natività della Madonna con di molte altre figure che servono a tale nattività. Sopra le quattro porte vi sono dipinti quattro santi. Il primo dalla banda della Nuntiata è san Gregorio ritratto al naturale papa Gregorio XIII di sopra S. Francesco [c.8] dal altra banda S. Silvestro ritratto papa Pio V di sopra S. Pietro Martire.

Per prezzo di dette figure hebbe il pittore scudi settanta senza pensare a colori e spese per se et servitore.

Et il cardinale secondo ha detto messer Giovanni Malanca quale prese di se tale impresa vi ha speso circa a cinquecento scudi di più ha promesso fare sotto le figure le cortine et sei lampade d’argento…”

 

 

 

La città di VITERBO

è liberata dalle cavallette

1576-1581

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1581 Viterbo liberata dalle cavallette ,Bandoni 1628 pp.162-163

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1581 Processione di ringraziamento della città di Viterbo

Affresco palazo comunale Viterbo – sec.XVI

 

 

 
 


 

 

 

 

 

Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” pp.173-174-  Bibl. Besso Roma

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 


1581 Viterbo liberata dalle cavallette ,Bozzacchi 1696  pp.107-110

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1581 Viterbo liberata dalle cavallette ,Chery 1869  pp.144-147

 

 

Il Vescovo di VITERBO

GIOVAN FRANCESCO GAMBARA

È sepolto ai piedi dell’altare

Della Madonna della Quercia

 
1587

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


A.S.M.Q. vol.293 cc.188v, 189

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1587 Lapide Gambara 1791, Semeria Vol. 9 p.174

 

 

 

 

 

Memoria come fu sepolto a di detto [ 22 maggio 1587] in chiesa nostra dinanzi alla Madonna l’Illustrissimo Cardinale de Gambera e si celebrò la mattina centodieci messe per l’anima sua da diversi religiosi …

 

Morse in Roma a di 5 di maggio 1587 e a di 22 di maggio fu portato il corpo in chiesa nostra si celebrorono le sopradette 112 messe e fu sepolto dinanti alla  alla Madonna sotto al primo gradino della Cappella sopradetta

 

Particole del testamento dell’Illustrissimo Cardinale de Gambera

Il luogho della sepoltura mia eleggo nella Cappella della gloriosa Vergine della Quercia innanti all’altare della Madonna quale ho havuto gratia da Dio insieme con la chiesa di consacrare, e voglio che senza solennità o pompa e di notte si levi il mio corpo et si metta in Santa Maria del Popolo o altra chiesa che più parrà alli mia Signori executori, perché si porti poi alla detta chiesa in quel modo che parerà a loro che più convenga…

 

1791

Non essendo stata fatta alcuna lapide al sig.Card.Gambera sepolto alla Quercia nella Cappella della Madonna, per essere stato un insigne benefattore della stessa chiesa, dietro il quadro che rappresenta lo stesso Cardinale e suo nipote in atto di far orazione, si è fatta la seguente iscrizione e posto in tabella un anniversario perpetuo per gratitudine…

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1791 copia cartacea,  lapide  per il Cardinal Gambara distrutta nei restauri ottocenteschi

 

 

 

 

 

GIULIO BUSSI - 1602

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p. 45-  Bibl. Besso Roma

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1602 Giulio Bussi , Torelli 1725 pp. 227-228

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1602 Bussi Giulio, A.S.M.Q.  vol.113 c.43v

 

 

1609

Ricordo come a di 18 aprile il signore Giulio Bussi portò un parato di raso turchino con la sua mantellina alla Madonna trinciato tutto con canatiglie d’argento et oro , col arme sua et della signora consorte sua la signora Francesca Filonardi essendo priore il padre maestro fra Giovan Battista da Foiano et sacrestano il padre fra Thomaso Bandoni

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1602 Giulio Bussi , Bandoni 1628  p.154

 

 

 

 

ANTONINO di SILVESTRO – 1603

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1603 Antonino di Silvestro , Bandoni 1631 p.123

 

Un certoAntonino di Silvestro da Garfagnana, ritrovandosi al Pantanese di Viterbo sotto una capanna, fu talmente attratto da una saetta, che restò quivi molte hore come morto, et essendosi raccommandato alla Madonna della Quercia si ritrovò senza male alcuno in tutta la vita, e per tal’effetto portò un voto dipinto in tavola, e questo fu alli 8 di Giugno 1603…

 

GIOACCHINO BRUNOTTI – 1603

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1603 Gioacchino Brunotti  ,Bandoni 1628 pp.175-176

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” pp. 220-221 -  Bibl. Besso Roma

 

 

"Messer Gioacchino Brunotti viterbese devotissimo della Madonna della Quercia il quale ogni di sqnza mai manchare visitava la sua chiesa et per 25 anni continui havendo seguito occorse che alli 31 di maggio nel 1603 veniva alla Madonna et portava in una sporta scudi cento per suoi negotij di fiera, quando che fu poco discosto, et lontano da cascia sua avanti la casa di Curtio Del Mezzo era uno mulo carico di polvere fermato quivi et uno fabro battendo uno ferro infocato, scintilò, et uscì una scaglia di questo tutta fuoco, percosse nella polvere et abrugiò tutto il mulo, et due altri huomini aprendo le tre porte di S. E *dio serrate con catorci et quella di S. Matteo, rovinò porte, finestre, partendo lontano fino al soglio delle finestre et il detto Messer Gioacchino tutto fuoco li panni ardevano adosso, né si cognosceva chi fusse onde li fu gettata dell'acqua sopra et da se andò alla casa, fatto deforme et io fra Tom[as]o Bandoni lo visitai che nel volto non appariva nemeno l'occhi et detto Messer Gioacchino si raccomandò alla Madonna della Quercia et in breve sanò et al presente è vivo questo di 19 dicembre 1624 et ha fatto il suo voto ma in ta[vo]letta una delle meravigliose cose che sia occorsa in questo nostro tempo".[ Besso p.121]

 

Il  Palazzo di Curzio del Mezzo è quello che ancora esiste a Viterbo  in Corso Italia,91

 

 

Vedi anche : Ms. Bandoni, c. 110v; Bandoni 1628, p. 175; Malanotte 1666, p. 17 l; Peroni 1685, p. 16 l; Borzacchi 1696, p. 2 15; Torelli 1793, p. 75.

 

 

 

 

JACOPO NINI  - 1604

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1604 Jacopo Nini , Affresco chiostro della cisterna sec. XVII

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1604 Jacopo Nini , Affresco chiostro della cisterna sec. XVII                                   Stemma famiglia Nini

Particolare Stemma Famiglia                                                                     Scriattoli p. 176

 
 

 

 

 

 

 

 


1604 Jacopo Nini, Bandoni 1625 ms. c.147

 

“…La Madonna a tutti si manifesta amorevole in ogni sorte di gente con le sua gratie, come di presente in tale stato di Jacopo Nini, 1604, spedito. “

 

 

 

 

 

PIETRO BRUSCIOTTI – 1604

 
 

 

 

 

 

 


1604 Pietro Brusciotti, Bandoni 1628 p.187

 

 

GIACOMO CEROSI – 1607

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1607 Giacomo Cerosi, Bandoni 1628 pp. 186-187

 

PAPIRIO BUSSI  – 1607

 
 

 

 

 

 

 


1608 Papirio Bussi, Affresco chiostro della cisterna sec. XVII

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1607 Bussi Papirio, Torelli 1625 pp. 244-245

 

 
 

 

 

 

 


1608 Papirio Bussi, A.S.M.Q. vol.113 c.43

 

“A di 12 settembre[1608] . Ricordo come il  M.Illustrissimo Signore Cavaliero Papirio Bussi gentilhuomo viterbese fece la Cappella di S. Rahimodo la prima vicino alla porta piccola della chiesa a mano destra di bellissimi marmi, le colonne di breccia et ha volontà di dotarle, et ornarle di parati essendo priore il padre maestro Reverendo Maestro Giovan Battista da Foiano eletto priore et sacrestano fra Thomaso Bandoni .”

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Chiesa di S.Maria della Quercia ,stemmi e lapide  cappella Papirio Bussi

 

 

 

 

VINCENZO PANICALE – 1609

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1609 V. Panicale , Bandoni 1625  ms cc.120- 120v

 

 

La Madre di Dio in quelle parole : suscepit Israel puerum suum, recordatus est misericordiae suae , secondo il venerabil Beda, si piglia per il popolo christiano , il  quale ha riceuto il benefitio del figliol di Dio, et insieme la misericordia della sua Madre, in quel medesimo modo che  il medico è riceuto dall’infermo acciochè lo risani, et il  ferito il cerusico che curi le sue piaghe, egl’assediati dagli inimici il capitano che li difenda: Suscepit  puerum suum quello stesso che, puer natus est nobis o vero puerum suum non  dominum , perché era venuto come servo per aiutarci, et a questo benefitio vi si aggiunge, che recordatus est misericordiae suae non perché Dio si scordi, ma quando  esseguisce la promessa fatta si dice che s’è ricordato, e sopra di questa quercia fanciullino con una rondinella in mano stando gremio della madre seggio di misericordia non per altro pare che vi si stia se non per accogliere li caduti, et a quelli donare la sua misericordia, come si vede al presente di un certo huomo viterbese detto Vincenzo  Panicale pittore , il quale ritrovandosi in Montalto a dormire in una casa alli due hore di notte, gli cascò adosso tutta la casa con due palchi, e le pareti in tal maniera si sentì il peso sopra di se, che non potendo raccomandarsi con la lingua con il cuore invocò Christo e la Madre della quercia che gli  sollevasse il peso, e subito li parve d’addormentarsi , e doppo cinque hore fu trovato sotto quei sassi con grandissima copia di materie sopra il suo corpo, in tal maniera che da tutti fu giudicato morto, nulladimeno: suscepit puerum suum, la Madonna lo rese sano e salvo come quello che sempre l’haveva hauta in  devotione et al presente più che mai la visita, e s’affatica in lavorare per detta chiesa

 

Vincenzo Panicale lavorò per la chiesa della Madonna della Quercia come pittore , restaurò tantissimi voti e pitturò lo splendido volume ad acquarelli il “ Libro dei Miracoli” oggi  a Roma presso la Biblioteca Besso

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1609 Panicale (26 ottobre 1608) voti riparati vol.113 c.43v

 

“ Ottobre 1608

Ricordo come a di 26 ottobre s’è finito d’accomodare buona parte de voti di chiesa cioè li doi pontefici si rifecero, il cavallo dello Spiriti, tutti li Cardinali et voti infuora delle colonne: tutti l’attaccati fra le colonne n° 70 quali erano buona parte dal tempo rotti, mancando a tutti qulche cosa principale, come testa, braccia, mani ,piedi, che in vero il Convento ne rimaneva in breve tempo privo d’essi, furono in cominciati a risarcire nel tempo del priorato del molto reverendo padre maestro fra Pietro Martire Lutij da Coldescepoli quale morì alli 22 d’agosto 1608 con dispiacere di tutti; et nel priorato del molto reverendo padre fra Giovanni Battista da Foiano si sono finiti essendo sacrestano maggiore fra Thomaso Bandoni da Lucca figlio del convento et tutti l’acconciati sono n° 84 ”

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 


1609 V.Panicale (1620) voti  riparati e  pittura “Libro dei Miracoli” A.S.M.Q. vol.113 c.53

 

1620

“ Ricordo come alli 6 di giugno si compì di risarcire molti voti et statue quasi ridutte in polvere a mano manca della chiesa quasi tutti et anco di quelli a mano dextra che stanno attaccati, che se non si faceva  questo  non vi  saria quasi niuno de  voti, che però se tenuto circa tre mesi mastro Vincentio PAnicale che lui solo li sa racconciare come vanno fatti: et il medesimo mastro ha dipinto in un libro in carta reale  con li principali voti della chiesa incominciato nel tempo del padre lettore fra Felice de Rossi priore, et finito nel tempo del padre fra Angelo Colli priore et predicatore generale et sacrestano fra Thomaso Bandoni, et  detti voti si sono risarciti di elemosine trovate da me fra Thomaso sopradetto che  importano più di  scudi venti: et quando si rompesse un voto et che andasse tutto in polvere si potrà rifare col miracolo dipinto nel libro che demostra al vivo come stanno: et si faccia diligenza da chi viene doppo di mantenerli che sono le gioie et ornamenti di questa chiesa…”

 

 
 

 

 

 

 

 


1609 V. Panicale ( 25 luglio 1619),  vol.173c.103v

 

 
 

 

 


1609 V.Panicale  (10 Aprile 1621)  pittura refettorio- A.S.M.Q. vol.299 c.118

 

 

DOMENICO di GASPARRE

“ pizicarolo” – 1612

 

 
 

 

 

 

 

 


1612 Domenico , Bandoni 1634 pp.24-25

 

 

Non voglio mancare di raccontare un fatto degno d’esser saputo.

L’anno 1612, occorse un sinistro accidente a Domenico di Gasparre viterbese, dovendo far la pace con un suo inimico, teneva certa robba da magnare a tal’effetto; ma l’inimico uscito all’improvviso da un’hosteria con un pistolese tirò doi colpi , tagliandoli la mano sinistra, et il gomito, il quale vedendosi in pericolo della morte, si voltò alla Madonna della Quercia per aiuto, così il suo inimico non potè più seguitare a ferirlo, e pensando haverlo morto, se ne fuggì con l’aiuto di questa Santissima Vergine guarì, et oggi giorno si fa i fatti suoi nella sua bottega di pizicheria.

Portò il suo voto, et fece dipingere in chiesa il fatto del reverendo prete da Canepina spirato.

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1612 Domenico – Affresco controfacciata Basilica S.Maria della Quercia, A.Pucciatti 1630

 
 

 

 

 

 

 

 

 


1612 Domenico – Affresco controfacciata Basilica S.Maria della Quercia, A.Pucciatti 1630

Particolare , Domenico ed il figlio

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 


1612 Domenico,  pittura affresco 1630, A.S.M.Q. vol.113 c.69

 

 

 

Ricordo come alli 22 di febraio del 1630 fu depinta la facciata sopra la porta grande della chiesa, ove è dipinto il fatto miracoloso del prete di Canepina spirato con altre belle figure. La spesa è stata fatta da messer Domenico pizicarolo il quale è pinto con una mano tagliata et il figlio li sta vicino  et diede scudi ventitre e per il resto la posto la sacrestia. Et il pittore è stato il signor Angelo Pucciat(t)i, il quale  se contentato delli scudi 23 essendo di valuta non meno di scudi 50 al tempo del reverendo priore maestro fra Pio Honorio et sagrestano fra Tomaso Bandoni.

 

 

 

 

 

GIOVAN GIACOMO CORDELLI – 1616

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1616 G.G.Cordelli – Affresco chiostro grande , G.G.Cordelli 1621

 

 
 

 

 

 

 

 

 


1616 G.G.Cordelli, Torelli 1725  pp.249-250

 

 

 

Mastro EUSEBIO  – 1618

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1618 mastro  Eusebio, Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.200  Bibl. Besso Roma

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 


1618 m.. Eusebio , Ban 1628 p.154                                          1618 m. Eusebio, Peroni p. 115

 

 

 

 

 

GIROLAMO PASTORINI – 1620

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1620  Girolamo Pastorini , Affresco chiostro grande,  Lorenzo Nelli 1677

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 


1620 G. Pastorini , Borzacchi pp.148-149

 

 

 

 

MERCURIO di Felice  – 1624

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1624 Mercurio, Bandoni  1628 p.31

 

 

SEBASTIANO SPREGA  – 1624

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1624 S.Sprega, Bandoni 1631  pp. 131-132

 

Il sig. cavaliere Sebastiano Sprega viterbese, essendo putto di dodici anni, smontò da cavallo, non avertendo ch’era un polledro, si trattenne intorno a quello, et il cavallo all’improvviso gli tirò due calci nel petto con tanto impeto, che il detto figliuolo fu traportato lontano più d’una canna percuotendo tutto il corpo in terra con ‘l capo: onde fu giudicato come morto, essendo rimasto privo di sentimento, e dai circostanti fu chiamata la Madonna in suo aiuto, et essendo stato così per buono spatio di tempo, si risolsero di aprirli il  giubbone, e cominciando a sbottonarlo per vedere se la botta haveva guasto le costole, o l’arterie del petto, non ritrovorno alcuna lesione, ne livido , di maniera che riempì di stupore, non solo i suoi genitori, ma anco tutti i circondanti, et alzando le voci al Cielo benedicevano la Madonna di così fatta gratia, et egli stesso di  propria mano si è sottoscritto alli otto di aprile 1628. Et il caso gli occorse l’anno 1624.

 

 

 

BARBARA MOSCAROLI  – 1625

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-

Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.57, Bibl. Besso Roma

 

 

 

“L'anno 1625 a di 10 Marzo, Barbera di anni 18 figliola di Giovanni Battista Moscaroli Ferrarese volendo pigliare uno cappone cascato nel pozzo della cantina sua fondo più di 3 picche d'acqua cascovi dentro col capo alingiù et arrivato al fondo di quello si ricordò di chiedere aiuto alla Madonna della Quercia subito ritornò et quasi rattenuta per li fianchi restò sempre a gallo, et la lucerna quale haveva posta sopra l'orlo del pozzo ancora che si riempisse d'acqua nulla di meno li fece lume più di una hora grossa stando così nel'acqua et se bene gridasse aiuto non fu sentita, onde la madre sua havendola cercata la ritrovò nel pozzo et con l'aiuto di Dio et della Madonna della Quercia uscì dal pozzo senza male alcuno con stupore di tutta la città di Viterbo, et s'è preso il fatto dalla propria bocca sua et della madre et vicine che vi si ritrovorno et con testimoni ad honore di Dio; et io Fra Tomasso sagrestano ho scritto questa relazione".

 

 

 

Vedi anche : ms. Bandoni, c. 134; Bandoni 1628, p. 188; Malanotte 1666, p. 127; Peroni 1685, p. 120;

Borzacchi 1696, p. 156; Torelli 1793, p. 214.

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 


1625 Barbara Moscaroli , Borzacchi pp. 156-157

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


1625 Barbara Moscaroli, Torelli 1725 pp. 251-252

 

 

GIAVAN BATTISTA del Massaro-1625

 

 

 

 

 

 

 

 

1625 G.Battista, Bandoni  1628 p.68

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1625 G.Battista, Bandoni 1625 ms c.56

 

Et l’anno 1625 alli 18 d’aprile GiovanBattista del Massaro viterbese alla Tolfa essendo stato ferito  con una scimitarra in testa et sotto l’osso fino alla mascella et taglato il gomito del braccio sinistro con molte bastonate, raccomandandosi alla Madonna della Quercia si è sanato

 

 

CARLO de ANGELIS – 1627

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1627 C.de Angelis , Bandoni 1631  pp. 140-141

 

Fuori di Viterbo verso il Bagno del Naviso il figliuolo del sig. Angelo de Angelis di età di anni sette in circa nomato Carlo cascò da cavallo in tal maniera, che il cavallo gli passò sopra; onde tra la caduta, et il calpestio de i piedi del cavallo era così maltrattato, che si giudicò, che fosse morto, essendo stato per molto spatio di tempo senza moto alcuno di vita; giunta l’acerba nova alla madre, subito raccomandò il suo figliuolo alla gloriosa Vergine della Quercia, e fu esaudita; poiché il figliuolo ritornò col pristino stato, e senza lesione, o impedimento alcuno, e portò il suo voto ringratiando la Vergine Santa di tanto gran benefitio riceuto, e questo fu l’anno 1627, nel mese di maggio.

 

 

DOMENICO di G.Battista Lorenzini

1627

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1627  Domenico, Bandoni 16341 pp. 138-139

 

Un figliuolino di anni tre in circa chiamato Domenico di Giovan Battista Lorenzini, viterbese, essendo nato sano e di buonissima qualità in tutte le sue membra senza alcuno impedimento, fu da una strega stroppiato ne’ fianchi, talchè era una oscurità a vederlo, non potendosi reggere in su le gambe, ne havere moto alcuno ne proprij piedi; e così essendo stato molto tempo stroppiato, senza trovarsi rimedio alcuno, che gli giovasse fu dal pedre e dalla madre invotito alla Madonna della Quercia, si che in breve tempo ritornò in sanità distendendo le gambe, che prima le teneva rannicchiate, sanandosi lo stroppiamento de fianchi e questo fu alli 17 di agosto 1627.

Di questi fanciulli guasti e stroppiati, e di huomini ammalati, ce ne sono molti guariti da questa gloriosa Madre, ma per brevità si tralasciano.

 

LUCREZIA SPINELLI -1627

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1627 Lucrezia Spinelli, Bandoni 1631  pp.129-130

 

FRANCESCO d’Antonio – 1628

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1628 Francesco,  Bandoni  1636 pp.84 e 85

 

GIULIA d’AntonFrancesco – 1628

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1628 Giulia,  Bandoni  1636 pp.78-79

 

 

PIETRO PAOLO PETRUCCONE – 1628

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1628 P.P.Petruccone,  Bandoni  1636 pp.91 e 92

 

VINCENZA di Dionisio – 1628

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1628 Vincenza,  Bandoni  1631 pp.195-196

 

A di detto [ 8 giugno 1629] comparse donna Vincenza del quondam Dionisio da Crocchiano habbitante in Viterbo, la quale disse che l’anno passato di San Martino stendendo i panni al sole cascò da una alteza di più di cento braccia, e tutta la parte sinistra del suo corpo percosse in terra; onde rimase infranta rompendosi il braccio sinistro, et il fuso dell’osso si divise in due parti , e come quella, che sapeva benissimo, che non poteva ritornare nella sorte di prima  istantemente si raccomandò alla Madonna da che ne seguì così maraviglioso miracolo, che per tal percossa non giacque mai in letto, essendosi il braccio sanato, col quale fa le sue fattioni ordinarie, e per la verità ha portato un braccio di cera con la sopradetta relatione.

 

BIBLIOGRAFIA

Fonti manoscritte

 

Archivio Storico del Convento di S. Maria della Quercia (A.S.M.Q.)

  • Vol. 127, Miracoli e grazie, dal 1647 al 1748

Archivum Generale Ordinis Praedicatorum (AGOP)- Roma , S. Sabina

  • Cronica Conventus Sanctae Mariae de Quercu, XI9400
  • Res Historicae, XI9500

Archivum Fratrum Praedicatorum (AFP)- Roma , S. Sabina

  • Torelli Nicolò Maria, Istoria del Convento della Quercia, 1706, ms.pp.641-688

Biblioteca Comunale degli Ardenti, Viterbo  (B.C.A.)

  • Bandoni Tomaso, manoscritto autografo del 1625 su cui fu condotta l'edizione Scelta d'alcuni miracoli e gratie..., Viterbo, 1628

Biblioteca Besso, Roma

  • "Il Libro dei Miracoli", Codice cartaceo manoscritto e acquerellato, 1619 (pubblicato per intero)
  • Bellissimo miracolo della gloriosa Vergine Maria SS. ma della Quercia di Viterbo, Viterbo, 1750
  • Lermil N., Miracolo operato dall 'Altissimo per intercessione della S.S. Vergine sotto il titolo della Quercia a pro di un suo devoto, che venendo da S. Casciano paese della Toscana per visitarla, fu assassinato, e forato il collo e dalla Madonna S.S. risanato, s.n.t. 1850 ca.
  • Romagnoli Antonio M., Leggenda sopra un voto offerto alla Madonna della Quercia di Viterbo, scritta dall 'autrice del poema Batilde regina dé Franchi, 1854, ms.

  

 

FONTI EDITE

-         Relatione dell'incoronatione della miracolosa immagine della Madonna SS. della Quercia protettrice universale fatta il dì 30 Maggio dell'anno 1706 dall'Em.mo sig. card. Andrea Santacroce Vescovo di questa città di Viterbo e di molte gratie in detta occasione operate, composta da un divoto e dedicata all 'istessa sacrosanta immagine, Montefiascone, 1706 (Accademia dei Lincei-Fondo Corsiniano 171.A.27/14)

-         Relatione della miracolosissima immagine della Madonna della Quercia, nelle cerbaie di Fucecchio, Lucca, 1640

-         Sincera ed esatta relazione del prodigio operato da Dio per intercessione della Vergine SS. detta della Quercia nel dì 7 Maggio 1782, Viterbo, 1782

·              Bandoni T., Scelta d'alcuni miracoli e gratie fatte dalla gran Signora Madre di Dio, detta e nominata la Madonna della Cerqua di Viterbo, Viterbo, 1628(biblioteca S.Sabina Roma –Bibl. Casanatense TXVII.4)

·              Bandoni T., Corona ammirabile de miracoli e gratie fatte dalla gran Signora madre di Dio detta la Madonna della Quercia, Todi, 1631(Bibl.Casanatense EE.X.62)

·              Bandoni T., Paradiso Terrestre della Madonna santissima della Quercia di Viterbo, fiorito di gratie e frutti miracolosi novelli, Viterbo, 1634 (Bibl.Casanatense EE.X.32 –insieme con quello del ’31)

·              Bandoni T., I fiumi quattro del Paradiso Terrestre surgenti dal vivo fonte e tegola della Madonna della Quercia di Viterbo, manifesti per le continue gratie e miracoli, Viterbo, 1636(Bibl.Nazionale Roma –8.48.C.9)

·              Bonaparte A., Trois ex voto de la Madonne du Chéne à Viterbe, s.n.t. 1850(Bibl.Comunale VT II  A236)

·              Borzacchi A., Historìa della B.ma Vergine della Quercia di Viterbo, Viterbo, 1696

·              Carosi A., Ciprini G., Gli ex voto di S. Maria della Quercia, Viterbo, 1992

·              Chery M., Notre-Dame du Chéne. Histoire, miracles, devotion, Paris, 1869

·              Ciprini G., Museo della Basilica di 5. Maria della Quercia in Viterbo, Viterbo, 1979

·              Ciprini G., Un gioiello rinascimentale: Santuario Madonna della Quercia, Viterbo, 1981

·              Ciprini G., La Quercia dei papi. Un Santuario e un borgo amato dai pontefici, Viterbo, 1984

·              Ciprini G., La Madonna della Quercia. Ex voto, miracoli grazie e devozioni, Vitorchiano, 1990

·              Ciprini G., Montefiascone e la Madonna della Quercia , Viterbo 1994

·              Ciprini G., Canepina e la Madonna della Quercia, Viterbo 1994

·              Ciprini G., Un gioiello rinascimentale: Santuario Madonna della Quercia, Viterbo, 1995 (ristampa con aggiunte e correzioni)

·              Ciprini G., L’Università de’ Macellari e la Venerabile Compagnia della Santissima Madonna della Cerqua di Roma, Viterbo, 1998

·              Ciprini G. , Ciprini F.  La Madonna della Quercia. Una meravigliosa storia di fede, Viterbo 2005

·              Cordella R., La Chiesa della Madonna della Quercia a "Capo del Campo "(Norcia), in "Una mostra, un restauro", Norcia, 1987

·              Cusano N., La confraternita di S. Maria della Quercia dei macellai romani, Roma, 1986

·              Frittelli V., Bagnaia ,Cronache d’una Terra del Patrimonio, Roma 1977

·              Galesi G., Parte quinta de miracoli e gratie fatte dalla Madonna della Quercia di Viterbo, intitolata "Tempio spirituale", dato in luce dal P..PF. Giuseppe Galesi Romano, Orvieto, 1642(Bibl.Casanatense EE.X.68)

·              La Fontaine P., I Grilli o di un'invasione di cavallette a cui soggiacque il territorio viterbese l'anno 1576, Viterbo, 1905

·              Malanotte V., Miracoli e gratie della Madonna della Quercia di Viterbo, raccolti in più libri stampati in Viterbo, Orvieto, e Perugia, Viterbo, 1666(Fondazione Besso Roma- Biblioteca fondo Goretti VII F 7 )

·              Mortier A., Notre dame de la Quercia, Paris, 1904

·              Nelli A., Origine della Madonna della Quercia di Viterbo, Viterbo, 1571(Biblioteca S.Sabina D F I/67)

·              Nelli A., Origine e miracoli della Madonna della Quercia di Viterbo..., ristampata con alcune aggiunte dal R.RE Gabriello Pollioni da Viterbo, Viterbo, 1611( Bibl. Alessandrina Miscellanea Cerrotti XIV C 279)

·              Orbaan I. A. E, Un viaggio di Clemente VIlI nel viterbese, Roma, 1913

·              Peroni V., Miracoli e gratie della Madonna della Quercia di Viterbo, Viterbo, 1685

·              Scriattoli A., Viterbo nei suoi monumenti, Roma 1915-20

·              Torelli N. M., Miracoli della Madonna della Quercia di Viterbo e sua istoria, Venezia, 1725

·              Torelli N. M., Miracoli della Madonna della Quercia di Viterbo e sua istoria con nuovo ordine, e aggiunta, Viterbo, 1793; ristampa nel 1827