Miracoli e grazie

operati da Dio

per intercessione

della

Madonna della Quercia

in favore degli abitanti

della provincia di

RIETI

tratti da

manoscritti e libri

secoli XV-XVIII

 

 

 

INTRODUZIONE

 

                Era consuetudine, a partire dal 1571, dare alle stampe quasi ogni 10 anni  i racconti dei miracoli e delle grazie operati da Dio per intercessione della Beatissima Vergine venerata come Madonna della Quercia.

I libri, di solito, erano scritti dai sacrestani maggiori della Basilica della Quercia, testimoni  dei racconti che i devoti di Maria facevano nel momento che venivano a ringraziarla nel suo santuario per il  miracolo ricevuto.

Quest’opera di divulgazione e testimonianza si è interrotta con l’ultimo libro scritto dal domenicano francese padre  M.Chery nel 1869.

Ho voluto riprendere tale consuetudine iniziando a  raccontare i miracoli e le grazie ricevuti dagli abitanti di Roma, centro spirituale della nostra Fede e come omaggio all’unica confraternita ancora esistente dedicata alla Madonna della Quercia: la Confraternita della Madonna della Quercia dei Macellai di Roma.

Poi sono passato a raccontare  i miracoli che la Madonna ha fatto a persone residenti in altre zone d’Italia.

Questa raccolta  riporta quelli ricevuti dagli abitanti della Provincia di Rieti, provincia di provenienza del   nostro amatissimo Vescovo  Sua Eccellenza Mons. Lorenzo Chiarinelli .

  Mons.Chiarinelli che, nato a Pratoianni ( Concerviano) presso una delle tante chiese dedicate alla Madonna della Quercia , è stato vescovo di Sora , dove è presente un’altra delle chiese dedicate alla Madonna della Quercia,  ed è ora Vescovo di Viterbo , dove la Madonna della Quercia è patrona della Diocesi.

A lui, maestro nella fede e nell’amore verso la Vergine Maria, in particolare verso la nostra Madonna della Quercia, dedico questa mia ricerca con la speranza, anzi la certezza che rivolgerà a Gesù e alla Madre celeste le sue preghiere per me e per la mia famiglia.

 Le storie sono riportate così come sono state scritte all’epoca, volendo evidenziare la storicità del fatto e la freschezza, talvolta l’ingenuità, dei racconti.

Come gli autori di una volta, anch’io ho voluto essere il testimone dell’accaduto, desiderando riaffermare ciò in cui credo fermamente: Maria, madre di Dio e madre nostra non ci lascia né ci lascerà mai soli.

 Per rafforzare tale concetto voglio riportare le parole del grande poeta Dante Alighieri che nel XXXIII canto del paradiso fa dire a san Bernardo:

 

Vergine madre, figlia del tuo figlio

umile ed alta più che creatura,

 termine fisso d'eterno consiglio,

tu se’ colei che l'umana natura

 nobilitasti sì che '1 suo fattore

 non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l'amore

per lo cui caldo ne l'eterna pace

 così è germinato questo fiore.

 Qui se’ a noi meridiana face

di caritade, e giuso, intra i mortali,

 se’ di speranza fontana vivace.

Donna se’ tanto grande e tanto vali,

 che qual vuol grazia ed a te non ricorre

 sua desianza vuol volar senz'ali.

 La tua benignità non pur soccorre

 a chi domanda, ma molte fiate

liberamente al dimandar precorre.

 In te misericordia, in te pietate,

 in te magnificenza, in te s'aduna

quantunque in creatura è di bontade.

 

 II Domenica di settembre 2009  Festa della Madonna della Quercia di Viterbo                                                                                             

 

 

ACCUMOLI

 
 

 

 

 


Stampa sec.XVII

Benedetta di Domenico - 1629

 
 

 

 

 


( T.Bandoni 1634 p.11)

 

 

 

A di 6 ottobre 1629 . Donna Benedetta di Domenico di Manilio di Cumulo, disse che essendo stata ammaliata e spiritata ventidoi anni , venne alla Madonna della Quercia con gran difficoltà e nell’entrare in chiesa uscirno sette capi con i compagni, avendoli prima la Madonna in visione detto che se voleva guarire , venisse a visitarla alla Quercia; onde essendo andata in Roma, a Loreto et in altri luoghi non si potè mai sanare, né liberare.

 

 

 

 

 

 

 

ASPRA SABINA

Oggi Casperia

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Stampa sec.XVII

 

 

Giovanni Persiano – 1631

 

 
 


 

 

( T.Bandoni 1634 p.31)

 

 

 

A di 18 Giugno 1631. Giovanni Persiano d’Aspra di Sabbina, li fu tirata un’archibugiata nel fianco; il fuoco con le palle passarono li panni, ma la carne rimase intatta. Il tutto lo ricevè dalla Madonna della Quercia, alla quale era devoto, invocandola ogni giorno

 

 

 

Domenico Politiano – 1631

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 


( T.Bandoni 1634 p.51)

 

A di 30 di maggio [1632] .Domenico Poliziano d’Aspra alli 25 di giugno dell’anno passato, essendo a mietere in Gavignano, venne la saetta, ove erano dieci persone, e ne percosse quattro, uno de’ quali subito morì, e l’altri ristorno malamente feriti. Domenico fu ferito nella schiena, natiche et in altre parti del corpo, e come morto fu levato di terra; la Madonna losanò, alla quale devotamente s’era raccomandato. E portando il suo voto, si prese anco la presente relazione.

 

 

 

 

Nicolò di Marino – 1633

 

 

 
 

 

 

 

 


 

 

 

( T.Bandoni 1634 p.51)

 

Nell’istesso giorno[14 maggio 1633] Nicolò di Marino d’Aspra di Sabina si ritrovava mentecatto, facendo molte stravaganze, inquietando sé e gl’altri. Et ancorchè vi fossero fatti di molti rimedi, non si vidde però miglioramento alcuno.

Fu invotito alla Madonna della Quercia, subito ritornò in cervello, parendogli d’essersi svegliato da profondissimo sonno.

Portò il voto con la relazione.

 

 

BOCCHIGNANO

Frazione di Montopoli di Sabina

 

 

 

 

 

 

Stampa sec.XVII

 

Domenico Tossena – 1693

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


( A.S.M.Q. vol. 127 c.25v-26)

 

A di 9 maggio 1693

Comparve in questa chiesa Domenico Torsena da Bochignano della Badia di Farfa con un voto d’un huomo che con un archibugio si spara la mano ginocchio e piede. Il caso successe così avendo caricato a palla il suo archibugio mentre alzatolo in aria voleva fargli uscire la palla urtando con il cane dentro il ramo d’un albore sparò passandogli et abrugiandoli la mano il ginocchio che teneva curvo e poi anche l’estremità del piede, ma fatto voto a questa Beatissima Vergine guarì perfettamente del ginocchio e piede e solo nella mano restò offeso nel nervo d’un deto potendo del resto oprarla in tutto.

Fra Antonino Borzacchi lettore e sacrestano maggiore

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


( A. Borzacchi p. 326 )

BORBONA

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


Stampa sec.XVII

 

Antonio e Traiano

Gentile Cortese - 1687

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


( A.S.M.Q. vol. 127 c.24v)

 

Nell’anno 1687 , mese di Agosto

Antonio e Traiano fratelli carnali ambedue della terra di Borbona diocese di Riete infermati a morte ambedue avendo persa la parola senza speranza humana, invotiti li medesimi alla Madonna Santissima della Quercia ricuperorno la pristina sanità e sono venuti personalmente a rendere gratie alla Madonna.

Gentile Cortese della terra di Borbona diocese di Riete avendoli accaduto un male in una orecchia che lo rendeva inhabile l’udito per spatio di due mesi continui nell letto raccomandatose alla Madonna della Quercia ricuperò la sanità et ancor il medesimo è venuto personalmente a rendere gratie a questa gran Madre di Dio

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


( A. Borzacchi p.319)

 

 

CAMPOLANO

 

 

Marc’Antonio di Gregorio – 1656

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


( V. Malanotte 1666  p. 223)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CASTEL S.PIETRO

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Stampa sec.XVII

 

 

 

Antonio Roscetti - 1711

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


( A.S.M.Q. vol. 127 c.54)

 

 

 

A di 23 maggio 1711

Antonio Rossetti di Castel San Pietro in Sabina infermo con febre maligna, spedito già da medici e munito delli Sacramenti della confessione e comunione, raccomandatosi alla beatissima Vergine della Quercia, in brevissimo tempo restò sano .

Venne in detto giorno a ringraziare la sua  Liberatrice.

Fra Angelo Maria Crispoldi sagrestano maggiore mano propria

 

 

 

 

CATINO 

[POGGIO CATINO]

Don Cosimo Caiola  - 1686

 
 

 

 

 

 

 

 

 


( A.S.M.Q.  vol. 127 c.34 )

 

 

A di primo giugno 1686  

Il signor Don Cosimo Caiola da Catino in Sabina ritrovandosi con febre continua et spedito da’ medici, et raccomandandosi alla Vergine risanò perfettamente et fu qui a renderne gratie.

Ita est. Fra Vincentius Peroni manu propria

 

 

CITTÀ DUCALE

 

Donna Caterina  - 1516

"Chaterina da Civita Ducale serva et balia d'uno gentil huomo Aquìlano li fu imposto che havesse occiso uno figliolo che allevava, et dava il latte per havere ricevuta una buona mancia da uno nemico del suo padrone, essendo innocente: confessò per li tormenti da haverlo ucciso a posta, essendo per disgratia morto; et fu sen­tentiata alla forca: la sua madre le disse che si raccomandasse alla Madonna della Quercia della quale ne fu devota; quando salì la scala diceva o Madonna della Quercia sapete che io sono innocente, mi vi raccoman­do piú volte replicando questa prece venne tanta grandine, così grossa et saette che fino il boia lasciò la don­na sola et tutti fuggirono per salvarsi rimase Chat[erin]a così legata alla forca ritornata la corte et il ministro di questa e nuovamente una grandine di prima e tucta chorte et fino il boia, sì cognobbe che (segue alla pagina successiva) la detta Chat[erin]a era innocente onde liberata con  sua madre vennero a portare il loro voto con molte lagrime, et ringratiamento di questa Santa Madre nel'anno 1516".

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


                                                               (Acquerello- 1619-  Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.214  Bibl. Besso Roma)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


T.Bandoni 1628 pp.58-59

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


A.Borzacchi pp.41-42

 

 

 

 

 

 

 

 

Donna Polissima Marchese  - 1623

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


T.Bandoni1631 pp. 150-151

 

 

 

A 13 giugno 1623. Il signor Nicolao Brunoro da Civitaducale, disse che la sua consorte donna Polissima Marchese, allattando un suo figliuolo di tre mesi chiamato Giovanni Felice, gli venne voglia d’una insalata di mescolanza, ma chi colse detta insalata non si accorse che vi pose un erba velenata; onde n’avenne, suggendo il figliuolo di quel latte, quasi che più dell’ordinario non stette molto che lo rivomitò tutto con grande impeto, restando così miracolosamente sano dall’infettato cibo; ma non già la madre, che poco stette a conturbarsi et mutarsi di colore rappresentando quasi una immagine di morte et ancorché molti rimedi fossero messi in opera per la sua salute, ad ogni modo quel possente veleno superava la virtù di ogni medicamento; e già si era mandato per il confessore per darli tutti i Sacramenti insieme, affermando i medici la sua morte esser vicina, quando il detto signor Nicolao suo marito esortò la moglie che si raccomandasse a questa Santa Vergine; e facendo la moglie così , ricevè la gratia vomitando tutto il veleno che per segno e gratitudine di tanto benefitio portò anch’essa il suo voto. 

 

 

 

 

 

Pietro Martino   - 1631

 
 

 

 

 


T.Bandoni1634 p.29

 

A di 27 giugno 1631. Pietro Martino da Civita Ducale, essendo stato ammalato con febbre e pontura coperta, con pericolo di morte; si votì alla Madonna e fu libero

 

Donna Lucrezia   - 1631

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


T.Bandoni1634 p.29

 

A di detto[27 giugno 1631] donna Lucrezia di Benedetto del medesimo luogo, disse che la Madonna l’haveva liberata da febbre quintana e di quattro mesi di flusso

 

Santi Iacomelli   - 1631

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


T.Bandoni1634 pp.29-30

 

A di detto[27 giugno 1631] Santi Iacomelli ,del medesimo luogo, disse nel medesimo modo era stato infermo con maggior pericolo, et ancora di più posto in prigione con falsi testimoni, si raccommandorno ambedoi le volte alla Madonna della Quercia et ottennero la gratia

 

 

 

 

Quintia Cacciavino  - 1633

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(T. Bandoni1636 pp.155-156)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

COLLE ROSSO

Petrella Salto

 

Novissima di Pompeo - 1660

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(Peroni 1682 p.205)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(A.Borzacchi 1696 pp.272-273)

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(N.M.Torelli 1725 p.341)

 

COLLEVECCHIO

 

Pollidoro di Bastiano  - 1576

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Pollidoro di Bastiano detto il Bellone da Collevecchio di Sabina havendo giocato con uno et vinto molti denari non essendo pagato ma ingiuriato et poi ferito con una storta in capo la quale ferita fu mortale havendo rotto l'osso et il cervello si vedeva fu votivo dalla madre et dalle sorelle alla Madonna della Quercia quale poi sanato venne a portare il suo voto grande l'anno 1576 15 Febbraio".

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


(Acquerello- 1619-  Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.52 Bibl. Besso Roma)

 

 

 

 

Maria Francesca Frateili  - 1717

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


( A.S.M.Q. vol. 127 c.62)

 

 

 

 

 

 

Maria Francesca Frateilij da Collevecchio di Sabina nel mese di maggio alli 24 del 1717 ritrovandosi confinata a letto per un anno continuo per un tumore venutoli al ginocchio destro et per quanti rimedij applicati da chirurchi non era rimedio alcuno di guarire et non che con venire al taglio della gamba dal che suo marito votandosi a questa Madonna Santissima di venirla a visitare avanti si facesse tal operatione, nella notte medemma chiamando suo marito signor Giovan Battista Frateilij, la signora Francesca Frateiglij io mi sono risanata e ricevuta la gratia dalla Santissima Madre della Quercia, e la mattina susseguente si portorono a piedi ambidue per ringraziare della ricevuta gratia da questa Madre Santissima della Quercia facendo celebrare messe tre al sudetto altare.

Fra Innocenzo Gorizutti sagrestano maggiore mano propria

 

 

 

 

 

 

 

CONCERVIANO

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Affacciato sullo splendido panorama offerto dalla Valle del Salto, Concerviano, in origine chiamato “Collis Cervinus”. Il periodo che seguì il crollo dell’Impero Romano e le continue invasioni barbariche, rappresentò per gli abitanti della valle del Cicolano un momento di particolare difficoltà. La scarsa popolazione rimasta si sparse per le campagne stabilendosi in piccole “curtes”, vivendo dei prodotti offerti dall’allevamento e dall’agricoltura. Le ”curtes” rinvigorite dalla sventura si raccolsero in gruppi e, con l’aiuto dei Signori e dei monaci benedettini che riempirono il territorio di piccole chiese, si diedero ad edificare castelli e torri sopra luoghi scoscesi, difficili all’accesso ed adatti alla difesa. Nulla si sa sulle origini e sulle prime vicende del castello di Concerviano, la cui fondazione si ipotizza sia avvenuta nel XI secolo, e le prime notizie certe risalgono solamente al XIII secolo. In anno 1252 le chiese di Concerviano erano S. Nicola, S. Egidio e S. Andrea, ad attestare un popolamento abbastanza consistente dell’area. Nel tardo medioevo dal territorio di Concerviano, che doveva essere coperto in prevalenza da boschi, venivano importate a Rieti consistenti quantità di cenere, e di legname lavorato, in particolare contenitori per il mosto o per il vino. Attestata anche una florida attività di pastorizia e di agricoltura. Erano i tempi delle guerre tra città, di prepotenze baronali, e a causa di ciò i piccoli e deboli centri cercavano sostegno ed aiuto dai grandi e dai forti. Accadde quindi che per questa necessità, nel 1282 tutti i castelli dell’Abbazia di S. Salvatore Maggiore, tra cui Concerviano, si posero sotto la protezione e la difesa del Comune di Rieti, ed alla presenza di Guglielmo di Orvieto, Podestà della città di Rieti, promisero fedeltà, obbedienza e vassallaggio. Solo nel 1290 i castelli tornarono sotto le dipendenze dell’Abbazia. Nel 1399 fu trasformata in commenda da Bonifacio IX e fu soppressa definitivamente per volere di Urbano VIII che la unì a Farfa.

Da vedere

Abbazia di San Salvatore - e un grandioso monastero benedettino trasformato nel corso del Seicento e ampiamente restaurato all'inizio del nostro secolo, presenta al suo interno ancora tracce dell'antico pavimento cosmatesco e degli affreschi medioevali, tra cui quello conservato nell'abside raffigurante il Signore in gloria tra schiere di angeli.

Complesso Monastico di "San Salvatore Maggiore sul Monte Latenano" - a disposizione durante i mesi estivi per biblioteca, visite guidate , mostre conferenze.

Chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari in Concerviano.

Chiesa della Madonna della Quercia in Concerviano.

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


FARA IN SABINA

 

 

Donna Pancrazia Zanna  - 1645

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(V.Galesi  1642 pp.165-166)

 

 

 

 

Nell’istesso giorno [16 agosto 1645] si hebbe anche contezza come madonna Pancratia di Francesco Zanna dalla Fara, due anni sono nel mese di agosto, partorì dui figlioli, cioè una femina con pericolo manifesto della vita e questo occorse il venerdì, e poi il lunedì immediato partorì un putto, quale poi visse un giorno solo, enl qual tempo ricevè il santo battesimo; in questo secondo parto, stette la sudetta donna in pericolo evidentissimo di morte; il simile gli avvenne nel mese di gennaro, poichè elle fece un putto morto, restando per molti giorni con tali accidenti, che fu in tutto quel tempo tenuta da medici in pericolo di vita, con tutto ciò la sudetta Pancratia fu sempre aiutata dalla Madonna della Quercia, perchè ella di tutto cuore si era raccommandata a lei, e per tanti singolari benefitij ricevuti, e per segno di gratitudinenon mancò di venire a questo sacro tempio et nel suo arrivo diede di propria bocca questa relatione, la quale fu presa con testimonij sottoscritti e di più portò il voto che si conserva con gli altri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


( N.M. Torelli 1725  p. 190 )

 

 

 

 

 

Carlo Lisena  - 1647

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


(A.S.M.Q. Vol.  127 c.8 )

 

 

 

 

 

Nel 1647 alli 14 giugno comparse al suddetto padre fra Giuseppe Maria Pellegrini sagrestano maggiore , Carlo Lisena dalla Fara, e depose come havendo riceuto circa quindici ferite, tra le quali quattro mortali, si invotì a questa Santissima Vergine e si raccomandò di vero cuore e restò sano e portò uno scudo acciò si facesse il suo voto. Furono presenti a detta relatione Battista Martoriati da Viterbo e Giuseppe Paduana

 

 

 

 

Casella di testo:    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

( V.Peroni 1685  p.193)

 

 

 

 

 

 

LEOFRENI

 

Pompeo d’Angelo Antonio  - 1660

 

 

 

 

 

 


( V. Malanotte 1666 p.217)

 

 
 

 

 

 

 

 

 


(N.M. Torelli 1725 p.353)

 

 

 

Girolamo di Leonardo  - 1707

 
 

 

 

 

 

 

 


( A.S.M.Q. vol. 127 c.35)

 

 

A di 7 settembre 1707

Venne a questa chiesa per render grazie alla Beatissima Vergine , Girolamo di Leonardo da Lilofreno Terra del Regno di Napoli territorio d’Abruzzo e diocesi di Rieti per esser stato liberato dalla saetta, quale avendolo colpito in mezzo al collo, et in un braccio, e strisciato in una gamba con lasciarlo notabilmente scottato e segnato, non l’uccise, anzi per intercessione della Beatissima Vergine della Quercia non restò in alcuna parte stroppiato. Grazie al Signore.

Il fatto successe il di 10 maggio 1707; ritrovandosi in una selva a piedi di un faggio. A tal’esposto furono presenti anche li compagni che lo viddero nel pericolo et asserirono esser tutto vero, et erano cinque o sei et il padre lettore fra Serafino Magnani domenicano, et altri di Viterbo.

Fra Giovan Antonio Mannelli sagrestano maggiore

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 


(N.M.Torelli 1725 p. 30

Pietro Felli - 1707

 
 

 

 


( A.S.M.Q. vol. 127 c.35)

 

A di detto [ 7 settembre 1707]

                     Venne parimente Pietro Felli del detto luogo di Lilofreno per esser stato liberato da una flussione che gli haveva fatto crescere la carne fuori dell’occhio destro in tal modo, che era più grosso assai  d’un uovo grosso di gallina; si raccomandò alla Beatissima Vergine e restò sano in breve tempo grazie alla Beatissima Vergine, et in fede

Fra Giovan Antonio Mannelli sagrestano maggiore

 

 

 

 

 

 

 

                         (N.M.Torelli 1725 p. 269)                                                                          (N.M.Torelli 1725 p. 304)

                                                                                                                          

Antonio di Filippo - 1715

 
 

 

 

 

 


( A.S.M.Q. vol. 127 c.35)

 

Antonio di Filippo della terra di Lofreno nel mese di giugno prossimo passato[1715] ritiratosi per la pioggia a piè d’una noce cadde all’improviso un fulmine su la noce un braccio sopra della testa del sudetto Antonio, che da una schiegia restò ferito nella testa dalla parte sinistra, e nella medesima parte dal fuoco gli furono abbrugiati li capelli; e per la percossa ricevuta, per il timore e spavento cagionati dal fuoco, cadde quasi gia morto in terra. Accorse il padre, che era alquanto lontano, e presolo nelle braccia gia spirante, l’avvotì alla Beatissima Vergine, e subito incominciò a rihaversi, e riebbe poi perfettamente la salute. Et in questo giorno trenta agosto fu assieme con il suo padre a ringraziare la Beatissima Vergine.

Fra Angelo Maria Crispoldi sagrestano maggiore mano propria   

LEONESSA

GiovanBernardino  - 1591

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 (T. Bandoni1631 pp.116-117)

 

E l’anno 1591. GiovanBernardino da Lionessa fuori della Terra, mentre che attualmente diceva la Corona della Madonna in honore di questa Santa Madre della Quercia sua divota, fu affrontato all’improviso senz’arme da tre suoi inimici tutti con gli archibugi col cane calato, et un istesso tempo tutti tre scaricorno alla vita del detto GiovanBernardino, uno solo di quelli lo colse nel petto, e la palla passò dall’altra banda e caduto in terra come morto fù lassato dalli inimici, credendosi che già fosse passato e partiti che furono il detto GiovanBernardino si levò su in piedi e con l’aiuto della Madonna caminò insino a casa e medicato in breve sanò contro l’opinione de medici, che lo curavano e fu tenuta la sua sanità miracolosa non arrivando a tanto i medicamenti humani; onde gl’inimici confusi del seguito cercarono la pace, e fra loro nacque poi tanta concordia, che per fondarla bene s’imparentarono insieme e ben si può credere che il tutto fosse opera della Madonna Santissima, che come pietosa Madre volse da così gran male cavar un tanto bene, et il detto GiovanBernardino per ringraziare la Vergine di sì fatto benefitio, venne da Lionessa alla Quercia e vi portò il suo voto dipinto in tavola, che ancora vi si conserva, con la sopradetta relatione.   

 

 

 

 

 

Donna Angela  - 1628

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 (T. Bandoni1636 pp.75-76)

 

 

 

 

Nicolò Moretti - 1629

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(T. Bandoni1634 pp.15-16)

 

 

 

 

A di 25 decembre 1629. Il signor Nicolò Moretti savoiardo, habitante in Lionessa, disse che alcuni giorni adietro, partitosi di Lionessa, aquando fu vicino a Vallerano, in un fosso cupo li cadde il mulo addosso, e rimanendo la gamba manca di sotto, non potendosi aiutare ne lui , ne il mulo, patendo dolori estremi, et interni; stando così buona peza di tempo, e se bene gridava aiuto, non era chi lo sentisse. Cominciò a chiamare la Madonna della Quercia con tutto il cuore; subito il mulo si mosse tanto, che potè levar la gamba, donde uscì, in maniera tale, come se non  fosse cascato; Chiedeva ancora gratia alla Madonna per il suo mulo, che stava nel fosso con le gambe all’aria, cercando gente per quella strada, che l’aiutassero a sollevare il mulo. Trovò certe donne lontano quasi un mezo miglio, e li dissero, che il mulo era in piedi con le robbe, non sapendo , che il signor Nicolò fosse il padrone; tornato indietro trovò la verità. Rimontò a cavallo, e di subito  se ne venne alla Madonna della Quercia, sottoscrivendosi a tutto il sopradetto fatto.

 

 

 

 

 

 

Giuseppe Scagnone – 1633

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(T. Bandoni1634 pp.15-16)

 

 

 

 

A di 16 di luglio 1633.

Il signor Gioseffe Scagnone da Leonessa, narrò come essendo questo signore ammalato di febbre continua, e pontura, era gia stato spedito da medici, ne vi era più speranza di vita, e di già il nome era corso per la Terra ch’era morto, dovendo far sì fatigoso viaggio, cercò di ricoverarsi , per ripigliar spirto sotto l’ombra di quest’albero celeste della Madonna della Quercia, quale pregò istantissimamente che dovesse anch’egli esser fatto partecipe de’ suoi pomi e frutti.

Non mancò questa gran Regina di satiare il suo desiderio, cibandolo del frutto della parfetta sanità restituitagli, venne egli in persona con tutta la sua famiglia e servitori a rendergliene le dovute gratie.

 Questo successe a dì 16 di luglio 1633, come appare per relatione data da lui sottoscritta di sua propria mano

 

 

 

 

 

 

Valentino Pulcini – 1685

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


( A.S.M.Q. vol. 127 c.20 v)

 

A di primo febraro 1685

Il signor Valentino Pulcini da Leonessa d’età di 66 anni ritrovandosi in letto con dolori de’ calcoli in letto , et sopragiuntoli una febre maligna spedito da’ medici et ricevuti i Santissimi Sacramenti . Le sue figliole li diedero del legno della Beatissima Vergine della Quercia, et mostratoli una immagine di detta Vergine subbito megliorò et in pochi giorni restò totalmente sano et venne con tutta la sua famiglia a renderne gratie alla Madonna.

Fra Vincenzo Peroni Sagrestano maggiore mano propria

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(N.M.Torelli 1725 p. 321) 

 

 

 

 

 

 

 

GiovanFrancesco Vanni – 1721

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


( A.S.M.Q. vol. 127 c.67 v)

 

 

 

 

 

 

A dì 29 detto[giugno] 1721

GiovanFrancesco di Pietro Vanni da Leonessa venne a posta dal suo paese a fare le sue devozioni in questa nostra chiesa, lasciarci alcune messe e in voto una camicia quella che havea indosso quando ricevette la grazia poichè stando nel mese di Giugno prossimo passato petendo dolori acerbissimi per non poter orinare, raccomandatosi a questa Santissima Vergine felicemente orinò, e li cessarono i dolori, come attestò di propria bocca.

Fra domenico Maria Borrini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MONTE S.GIOVANNI

 

 

 

Stefano di Giovanni  - 1716

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


( A.S.M.Q. vol. 127 c.61 )

 

 

 

 

 

 

 

Stefano di Giovanni dal Monte S.Giovanni diocesi di Rieti, andando alli 8 di maggio dell’anno scorso 1716 verso le due ore di notte in un orto di cipolle, gli fu tirata un’archibugiata, e fu colpito nella gamba sinistra, nella di cui polpa restorno due terzarole, et altre due ne restorno nel piede della medesima gamba.

Temè grandemente di restar stroppiato, e perciò ricorse all’agiuto della Beatissima Vergine della Quercia, a cui con somma devozione si raccomandò, e fece voto di venirla a visitare.

Doppo due mesi d’infirmità ricuperò la parfetta salute e restò libero senza alcun’impedimento.

In questo giorno quindici maggio è venuto a sodisfare il suo voto ringraziando la Beatissima Vergine della grazia ottenuta.

Fra Angelo Maria Crispoldi sagrestano maggiore mano propria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MONTEBUONO

 

Francesco Melone  - 1708

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


( A.S.M.Q. vol. 127 c.45 )

 

A di detto [4 giugno ]1708

Successivamente havendo esposto la sopradetta gratia udita da uno de sopradetti testimonij, Francesco Melone da Montebono in Sabina disse in presenza delli detti, che essendogli pigliata una gran febre a freddo et invocato l’aiuto della Beatissima Vergine della Quercia con dire Madonna Santissima della Quercia ...pigliatemi, e liberatemi da questa infermità, subito restò sano parendogli che uno gli havesse levato da dosso il male con le mani. In fede

Fra Giovan Antonio Manelli sagrestano maggiore mano propria

Io Giovan Battista Grossi fui presente a quanto sopra mano propria

Io Andrea Iacopone da Marta fui testimonio mano propria

Io Francesco Meloni da Monte Bono esposi la sopradeta gra[t]ia mano propria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MONTENERO SABINO

Pietro Paolo Valentini  - 1718

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


( A.S.M.Q. vol. 127 c.63 )

 

A di 27 giugno 1718

Pietro Paolo Valentini da Monte Nero essendo aggravato malamente di febre et non giovando alcuno humano socorso de medici, si votò a questa Madre Santissima che che ricevendo la gratia di portarsi a piedi scalzi a ringraziarla come in effetti ottene imediatamente la sua salute portando un voto picciolo d’argento in gratia ricevuta

 

MONTOPOLI DI SABINA

Casella di testo:

 

A Montopoli esiste la Chiesa di S.Michele Arcangelo, all’interno della quale è un altare con la Madonna  della Quercia (Madonna del Rosario); spesso venivano abbinate le due cose essendo l’altare della Madonna della Quercia di Viterbo dedicato alla Regina del Rosario.

Il quadro dell’altare fu regalato agli abitanti di Montopoli dai padri domenicani custodi della chiesa della Madonna della Quercia di Viterbo.

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


Maria Maddalena Giordano - 1665

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


( A.S.M.Q. vol. 127 c.13)

 

Nel mese di marzo 1665 Maria Madalena da MontePolo nell’Abazia di Farfa  figlia d’Antonio Giordana havendo una spina ventosa nel piede sinistro cha ne fu travagliata per lo spatio di tre anni, doppo molte diligenze de cerusici , e spese facte senza  giovamento alcuno vedendo con la madre non  esservi remedij humani ricorse alla Vergine della Quercia della quale era devota per la salute della figlia ; gran cosa in spatio di ventiquattr’ hore restò la figlia guarita si saldorno le piaghe che haveva in quattro luoghi del piede, e particolarmente nell’osso della gavolla che era scoperto tutto e si coprì di carne come non havesse hauto niente, onde in rendimento di gratie venne in questa fiera di maggio del medesimo anno  venne la madre suddetta con la figlia.

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(A.Borzacchi 1696 pp. 283-284) 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(N.M.Torelli 1725 pp. 353-354) 

 

POGGIO MIRTETO

 

Francesco Ricci - 1656

 

 

 

Nel 1656 il Sig. Francesco Ricci da Poggio Mirteto infermo di febbre continua per 8 mesi era ridotto a morte, e per ultimo rimedio s'ínvotì a questa Beatissima Vergine in breve restò sano".

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(Acquerello- 1619-  Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.217 Bibl. Besso Roma)

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(V. Malanotte 1666, p. 212 )

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giovanna di Girolamo- 1708

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


( A.S.M.Q. vol. 160 c.46)

 

 

 

A di 16 agosto 1708

Venne a render gratie alla Beatissima Vergine Giovanna di Girolamo di Gioseppe suo marito ambi dal Poggio Merteto diocesi di Sabina per esser stata liberata per intercessione della Beatissima Vergine sotto il titolo della Quercia da pericolo evidente di morte, nel quale si trovò per gravissima febre doglie et altri mali; aggiuntavi la gravidanza vicina al parto, quale anche aggravò il pericolo, perchè l’acutezza del male fece che gli morisse il mabino nel ventre senza che potesse mandarlo fuori naturalmente; che però fu necessario tirarlo fuori con arte per mezo de chirurghi con i ferri; ritrovandosi la detta in tali angustie fè voto con il detto suo marito di venire a visitare  la chiesa della Beatissima Vergine della Quercia di Viterbo se restava libera da tal pericolo e fu esaudita, perchè riuscì benissimo la detta operazione et in breve fu libera dalla febre .

Il tutto essendo essendo venuta a sodisfare il suo voto narrò in presenza degl’infrascritti che si sottoscrissero. In Fede

Fra Giovan Antonio Manelli sagrestano maggiore mano propria

Io Lucia Silvestrelli fui presente a quanto sopra mano propria

Io Giuseppe Silvestrelli fui presente a quanto sopra mano propria

 

 

 

 

 

POGGIO MOIANO

 

 
Casella di testo:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


L'edicola della Madonna della Quercia si trova fuori dal centro abitato, in aperta campagna, ai piedi di una grande quercia. E' situata su un trivio: una via porta all'abitato di Poggio Moiano ed un'altra sulla via Licinese, che collega la Salaria alla Tiburtina Valeria. La terza via invece è la strada intervalliva che collega Poggio Moiano alla valle del Turano. Il piccolo luogo di culto non ha altare, ma una mensola con dei fiori ed altri oggetti. Nell'edicola c'è un quadro con una stampa. Vi è raffigurata la Vergine sopra una quercia; sotto all'albero ci sono 2 buoi, 1 contadino, San Michele Arcangelo che uccide il demonio, un pontefice e 3 neonati. Sopra alla Madonna ci sono 2 angioletti che sorreggono una corona.

Nell’edicola c'era anche una mattonella con un'immagine della Madonna della Quercia  di Viterbo, poi rubata.

Era stata donata da Don Sante parroco di S.Maria della Quercia di VIterbo . Don sante negli anni ‘80  portò a Poggio Moiano l'immagine della Madonna e celebrò una Messa nell'edicola.

Sulla funzione che il piccolo luogo di culto aveva nel passato è significativa la testimonianza del signor D'Attilia Lello, ex segretario comunale di Monteleone Sabino. Egli racconta che in gioventù, quando veniva a piedi a Poggio Moiano per lavorare, incontrava spesso per strada un'anziana signora, la quale narrava che la gente si recava all'edicola per chiedere grazia o per ringraziamento di averla ricevuta.

 

(Testo e foto di Andrea Del Vescovo)

 

 

Il paese di Poggio Moiano era  frequentato anche dai padri domenicani, custodi del santuario di S.Maria della Quercia di Viterbo,  chiamati a predicare durante il periodo quaresimale

 
 

 

 

 

 

 


( A.S.M.Q. vol. 160 c.41v )

 

Die 16a aprilis[1594] hauti dal padre Soderino scuti quattro et baiocchi venti di quatrini et baiocchi octanta di pauli portati dalla predica di Poggio Moiano che son in tutto scuti cinque

 

RIETI

Beata Colomba da Rieti - 1488

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(Acquerello- 1619-  Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.207  Bibl. Besso Roma)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                               (N.M.Torelli 1725 pp. 63-67) 

 

 

 

 

 

ROCCANTICA

Nicola di Campagna  – 1611

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(Acquerello- 1619-  Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.84  Bibl. Besso Roma)

 

 

Vedi: ms. Bandoni, c. 88v; Bandoni 1628 p. 131; Malanotte 1666, p. 121; Peroni 1685, p. 114; Borzacchi 1696, p. 147.

 

 

 

 

Fabrizio Cicani – 1629

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


(T. Bandoni 1634 p.11)

 

A di 7 detto [ ottobre 1629] , Fabritio Cicani da Rocca Antica di Sabina, il carneval passato gli fu tirata un’archibugiata con quattro quadrelli nella spalla sinistra, con pericolo di morte; si votò alla Madonna e di subito guarì e rimase libero

 

 

 

 

 

TORRI IN SABINA

 

Ambrosio Martelli – 1585

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(Acquerello- 1619-  Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.49 Bibl. Besso Roma)

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(T. Bandoni 1631 pp.97-98)

 

 

 

 

 

VIA SALARIA

Chiesetta della Madonna della Quercia