Il Patto d'Amore

 

 

Parlare del Patto d'Amore non è facile, tante sono le cose che si dovrebbero dire in proposito. Tenterò di dare un’idea del suo significato e del perché una processione assuma un aspetto così importante non solo per la città di Viterbo ma per tutta la Tuscia e l’Italia centrale.

Nel 1467 durante i mesi di Luglio e di Agosto un terribile flagello si abbatté su tutto l'Alto Lazio: la peste.

Migliaia di persone furono colpite dal tremendo morbo.All'improvviso,durante il mese di Agosto 1467, come chiamati da una voce misteriosa, una moltitudine di persone accorse intorno ad un albero di quercia sopra il quale era stata posta nel lontano 1417 da un fabbro ferraio, Maestro Battista Iuzzante, una immagine della Madonna, dipinta sopra una tegola da Maestro Martello Monetto.

"Il 25 Agosto", racconta Niccolò della Tuccia, uno dei priori viterbesi presente al fatto, "incontrammo tutto il popolo di Montefiascone, uomini, donne, fanciulli, grandi e piccoli ed i Priori fra i quali vi erano 57 disciplinati, vestiti di sacco e cittadini vecchi e fanciulli a cavallo e a piedi...

Domenica, 30 Agosto, lettori non vi meravigliate, scrive Niccolò, convennero circa 14 Paesi con tutti i loro Disciplinati (Confratemite) e fanciulli ignudi, frustatori, uomini e donne, tra i quali convenne la Comunità di Toscanella con più di 100 frustatori, e gli Anziani con tutto il popolo, uomini e donne e fanciulli e portarono un cero grande con 25 ducati e l'arte dei Mercanti di Viterbo, Caprarola, Carbognano, Bassano, Soriano, Civitella, Bagnaia, Bomarzo, Vetralla, Lugnano, Canepina, con latre Comunità che furono circa 14 con tutto il loro popolo e Preti e furono stimati in 30.000 e in più vi erano i viterbesi ed altri popoli ...".

La peste cessò e sempre Niccolò scrive: "Memorabile cosa, perchò suole essere in tempo di moria Luglio e Agosto moltiplicare il morbo ed allora manco". Il popolo decise di fare una grandiosa processione di ringraziamento e i Priori Viterbesi ne chiesero il permesso al vescovo Pietro che autorizzò anche il culto alla Vergine ormai da tutti chiamata Madonna della Quercia.

Il 20 Settembre del 1467 fu fatta la prima processione "PATTO D'AMORE".

Palazzo comunale di Viterbo- Sala della Madonna della Quercia- La Processione del 20 Settembre 1467

Niccolò della Tuccia ci fa rivivere quel momento e scrive: "Domenica 20 Settembre Messer Pietro di Francesco, Vescovo di Viterbo e Toscanella, ordinò una bella e grande processione alla Madonna della Cerqua, nella quale furono tutti preti, e i frati e i religiosi con tutte le reliquie che stanno a Viterbo, e preti e frati con i paramenti sacri e dietro a tutto il clero andò il Vescovo a cavallo sopra una mula coperta da un manto bianco e portava in mano il mento di san Giovanni e davanti a lui la testa di sant'Ilario e di san Valentino e davanti ad essi la testa di san Sisto in un tabernacolo di legno portato da quattro preti e così avanti ad esse altre reliquie secondo le Fraterie e i Capitoli dei preti e delle Confraternite: poi seguivano dietro al Vescovo il gonfalone ddla Madonna Nuova di san Lorenzo, che aveva dipinto e ornato frate Giovanni da Fiesole (Beato Angelico), poi seguivano i Magnifici Priori di Viterbo ed altri Officiali poi i Dottori e Notai poi i Mercanti di Narni, poi i Mercanti di Viterbo, poi gli Speziali, e le altre Arti secondo l'ordine della città: poi seguivano il popolo di Proceno, di Farnese e di Ischia, poi di Orte e di Giove tutti con torce di cera con ducati d'oro conficcati in essi e pianete di damasco, calici d'oro e d'argento" .

Il 21 Settembre vennero altri paesi tutti con grandi offerte tanto che Niccolò della Tuccia dice che non sa nemmeno lui quante fossero! E da qualla domenica di Settembre la processione alla Madonna della Quercia si ripeté tutti gli anni.

E quando nel 1475 il clero si rifiutò di pateciparvi, il Comune lo diffidò di non farlo minacciando di offrire tutta la cera, che di solito il Comune offriva a tutte le chiese di Viterbo, alla chiesa della Madonna della Quercia.

La processione di Settembra fu spostata al Il giorno di Pasqua e ad essa prendevano parte tutte le Confraternite della Città.

In ogni Sinodo i Vescovi di Viterbo raccomandano ai fedeli di partecipare a questa processione; in particolare il Card. Brancaccio nel 1639 scrive: "processionem illam, quam cx voto Viterbientes ineunt ad Beatani Virginis de Quercu templum summopere commendamus, ut frequentes adsint, memores beneficii maximi percepti".

Negli Statuti della Città di Viterbo (1ibro I rub.7) fu anche registrato che:

"ogni tre mesi l'Illustrissimo Mons. Governatore, i Signori Conservatori, i Gonfalonieri, Consiglieri, Officiali, Dottori, il Collegio degli Avvocati, Procuratori, Notai, tutte le Ani e i loro Rettori, e tutti i Cittadini debbono andare a visitare la Chiesa della Madonna della Quercia sotto pena di libbre IO ci cera agli Ecc.mi Conservatori e di due libbre a ciascuno degli altri".

Numerose sono le processioni extra che i cittadini della Tuscia fecero in momenti particolari.

Nel 1528 Bagnaia venne a ringraziare la Vergine per la liberazione dai Lanzichenecchi portando una croce d'argento che dai frati domenicani, successivamente, fu data in prestito al Comune di Viterbo, oberato dai debiti, e non più restituita.

Nel 1571 San Pio V raccomandò che si facessero voti alla Madonna della Quercia in occasione della battaglia di Lepanto. I Cristiani vinsero ed il Santo Papa offri alla Vergine un suo personale ex voto.

Nel 1581 in occasione della liberazione dall'invasione delle cavallette il Comune di Viterbo offrì alla Madonna, processionalmente, una città d'argento in basso rilievo e si decise che in memoria dell'avvenimento ogni settembre fossero fatti in Viterbo "luminarie e fuochi in piazza".

Nel 1630 da Valentano, venne a piedi, la Compagnia dei flagellanti.

Nel 1657 per la liberazione dalla peste venne tutta Montefiascone.

Negli anni 1695-1696-1697, in occasione di violenti terremoti, vennero Canepina, Grotte S.Stefano, Bagnaia, Vitorchiano, S.Martino, Montefiascone, Soriano, Bagnoregio e paesi limitrofi, Vetralla, Marta, Celleno, Castel di Piero, oggi S.Michele, Civitella.

Nel 1697 Viterbo venne a portare un prezioso parato per la liberazione dai terremoti.

Nel 1703 ancora Grotte S.Stefano, ancora Canepina.

Nel 1706 la grandiosa festa dell'Incoronazione della Vergine alla quale parteciparono tutte le cittadine dell'Alto Lazio. Scrive un cronista in una relazione della festa: "La mattina della domenica (30 Maggio 1706) si vidde un popolo innumerabile, piena era la chiesa, pieni i chiostri, piena la piazza, pieni i campi circonvicini.Tutte le strade che terminano a questa Santa Quercia erano piene e particolarmente lo stradone lungo un miglio e più che alla Città per linea retta quasi tutto arborato viene a finire in questa chiesa, era sì affollato di popolo che difficilmente una persona attraversar potuto l'avrebbe".

1867, IV centenario del PATTO D'AMORE, ancora numerose e straordinarie processioni. Ancora nel 1872 e nel 1910 ad impetrare la pace.

E nel 1949, la Peregrinatio Mariae che risuscitò nelle popolazioni della Tuscia gli entusiasmi antichi e una masa di persone accorse, ancora una volta, ai piedi della Quercia.

Ancora nel 1987-88, dopo la proclamazione della Madonna della Quercia patrona della nuova diocesi di Viterbo, durante la peregrinatio voluta dal vescovo Mons. Fiorino Tagliaferri, grande entusiasmo e tanto amore verso la Vergine SS. della Quercia.

Dal 1981, ogni anno,la seconda domenica di settembre, si ripete il Patto d’Amore con la PROCESSIONE DELLE CONFRATERNITE, atto di ringraziamento in ricordo delle tante processioni che si sono susseguite nei secoli, in particolare di quella che veniva fatta per la proclamazione del PERDONO concesso da Sisto IV nella domenica successiva alla festa della natività della Madonna.

 

Il Perdono di settembre della Madonna della Quercia

Casella di testo:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

" …Sisto Papa IV concesse Indulgenza Plenaria Perpetua e remissione di tutti i peccati a tutti i fedeli cristiani dell’uno e l’altro sesso che veramente pentiti e confessati visitaranno la chiesa della Madonna della Quercia la domenica immediatamente seguente la festa della Natività della Madonna da i primi vesperi di detta domenica sino a i secundi vesperi del medesimo giorno e che con limosine porgeranno le mani aiutatrici alla conservatione et aumento del decoro di detta chiesa, già celebre in ogni parte di stupendi miracoli, che l’istesso pontefice attesta haver visto con proprij occhi, e per facilitare il conseguimento di tanta indulgenza diede facoltà al p. priore di poter eleggere tanti preti, quanti volesse, o latri regolari di qualsivoglia ordine idonei et atti ad udire le confessioni de fedeli, et assolvere per tre giorni avanti e tre dopo detta domenica da tutti li peccati eccetto però li riservati alla sede apostolica et ingionger la salutevole penitenza come più apliamente per breve dato in Viterbo li 12 ottobre 1481 … "

 [ A.S.M.Q. vol.128 p.15]

 

BREVE DI SISTO IV 

 

" Sixtus Episcopus Servus Servorum Dei, universis et singulis Christifidelibus praesentes litteras inspecturis, salutem et apostolicam benedictionem.

Virgini gloriosae, et si nequeamus debitas, condignasque rependere gratiarum actiones, coelo enim altior est, et abisso profundior, ad cuius magnitudinem vox humna non pertingit, cum nec angelica suis ineffabilibus meritis aequalia laudum praeconia referre sufficiat; cupimus tamen eam Raginam Coeli, super choros angelorum exaltata, quae unigenitum Salvatorem Dominum nostrum Iesum Christum mundo peperit, et fidelibus praelata syderis quasi stella matutina praerutilat, mater misericordae, humani generis consolatrix et pietatis amica, pro salute fidelium, qui delictorum onere praegravantur, ad regem, quem genuit,sedula oratrix intercedit, omni amplitudine, et integritate devotionis venerari, atque ad ipsius iugem reverentiam, et memoriam in ecclesijs, et coenobis ad laudem, et gloriam sui nominis dedicatis, eo ferventibus christifideles incitare, quo se noverint uberioris spei munere, copiosiorique gratiae praerogativa communitos.

Cum itaque sicut accepimus in agro Gratiano extra muros Viterbienses sit ecclesia miro et sumptuoso opere aedificata, et sub vocabulo praelibate Virginis Mariae , cuius potestas nullis coarctatur finibus, et totum implet orbem miraculis, fundata in loco, ubi ipsa Virgo pro voluntate sua praeteritis annis elapsis sub quercu sibi placidam sedem elegit, quam per singulos dies innumeris signis, et miraculis exornat, quem admodum oculis nostris conspeximus, dictaque ecclesia nullos habeat redditus, ex quibus illius structurae conservari, et manuteneri, atque augeri valeant, sed Christi fidelium suffragia plurimum sunt oportuna.Nos igitur, ut ipsa ecclesia in suis structuris conservaretur, ut manuteneatur, ac etiam alijs ornamentis ecclesiasticis decoretur, nec non Christi fidelium devotio, quae ingens est ad illam magis augeatur, ipsique fideles eo libentius devotionis causa confluant ad eandem, ac ad conservationem, et manutentionem structurarum, et ornamentorum huiusmodi decorem cupidius intendeant; nec non manus promptius porrigant adiutrices, quo ex hoc ibidem dono coelestis gratiae uberius conspexerint se refectos, de omnipotentis Dei misericordia , ac Beatorum Petri et Pauli apostolorum eius auctoritate confisi, omnibus et singulis Christi fidelibus utriusque sexus vere poenitentibus, et confessis, qui dictam ecclesiam in die dominico festivitatem Nativitatis ipsius Virginis de mense septembri immediate sequente a primi vesperis diei dictae dominicae usque ad secundas vesperas devote visitaverint, et ad aedificiorum conservationem, manutentionem, et augmentum , ac ornamentum et decorem hujusmodi manus porrexerint adiutrices, plenariam omnium suorum peccatorum indulgentiam, et remissionem, tenore praesentium concedimus, et elargimur.

Et ut ipsi fideles ad eandem ecclesiam confluentes conscientiae pacem,et animarum salutem Deo propitio consequi, et indulgentiae huiusmodi facilius participes esse possint, dilecto filio priori dictae ecclesiae, tot quot volverit praesbyteros idoneos saeculares, vel cuiuscumque ordinis regulares deputandi, qui confessiones quarumcumque personarum, de civitate, et diocesi Viterbiensis minime existentium et eandem ecclesiam pro huiusmodi indulgentia consequendam visitantium per tres dies praecedentes, et totidem seguentes dictam dominicam dumtaxat audire et ipsorum confessionibus diligenter auditis, eisdem personis pro commissis per eas criminibus, excessibus, et delictis, ac peccatis omnibus Sedi Apostolicae non reservatis casibus, debitam absolutionem, ea dumtaxat vice, impendere, ac poenitentiam salutarem iniungere valeat, auctoritate apostolica, et dicto tenore concedimus facultatem.

Praesentibus perpetuis futuris temporibus duraturis.

Datum Viterbij anno Incarnationis Domini Millesimo quadringentesimo octuagesimo primo, pontificatus nostri anno undecimo. Tertio idis octobris.

Gratis de mandato SS.mi D.N. PP. Antonius Anittinus

Intus L.Grifus

Foris V. Gallettus " [ Archivio Santa Sabina- Roma- AGOP XI 9300 " Memoriae de Sagrestia" c. 37 e seg.]  [ Vincenzo M. Fontana – " De Romana Provincia Ordinis Praedicatorum- Roma 1670- p.184 e seg.]

" Ha questo breve il suo sigillo di piombo in cui da una parte son le due teste di S. Pietro e Paolo con una croce in mezzo dal altra sono nel mezzo impresse queste parole Sixtus Papa IIII "[ Archivio Santa Sabina- Roma- AGOP XI 9300 " Memoriae de Sagrestia" c. 37 e seg.]

 

Nei Ricordi di Casa Sacchi è scritto :     

1481

" Ricordo nel 1481 io Francesco Sacco fui cavato di bossolo offitiale di S. Maria della Cerqua benedetta et avvocata mia. Forno miei compagni messer Giulio d’Arrigo, Agnilo di Domenico d’Angelo, e Domenico di Paolo Banchi, per un anno. In quell’anno venne in Viterbo et alla Madonna della Cerqua papa Sisto IV, quale concesse l'indulgenza plenaria di colpa e di pena di settembre in perpetuo, e questo fece per mia parte e supplicatione, che io fe' orando innanzi a Sua Santità in detta chiesa ".[ G. Lombardi- " I ricordi di casa Sacchi" – Manziana 1992 – p.103]

"…Giulio papa II confermò l’indulgenza di Sisto Quarto suddetta con tutte le facoltà e condizioni in essa contenute come più ampliamente per copia del breve al libro delle cronache del convento fol. 8, datum in Civita Castellana li 12 settembre 1505 (S.Sigismundus)…" [ ASMQ vol. 128 c. 17]

L’afflusso di molta gente proveniente da località anche molto lontane nel giorno del Perdono di Settembre è testimoniato anche da un ex voto ancora esistente nel Museo degli ex Voto della Chiesa, datato 18 settembre 1504

 

Ex voto di Curti Giovan Pietro da Lugnano e la moglie, colpiti da un fulmine mentre ritornavano a casa dopo essere stati alla Madonna della Quercia " al Perdono" .

" …ma perché tutte l’indulgenze concesse con questa condizione " dum manus porrexerint adiutrices" il b. Pio V l’anno 1568 le rivocò, non volendo che nella chiesa di Dio vi fosse questa ombra di interesse, quasi che l’indulgenze si vendessero e comprassero.I padri del convento, non sapendo tal derogatione e tal ordine in contrario per esser questo convento situato fuori della città e lontano dalla commune conversatione degli huomini, per la fiera di settembre secondo il consueto con gran solennità e con gran concorso del clero e del popolo di Viterbo processionalmente secondo che prima negli anni trascorsi havevano usato, la publicorno. Il che havendo risaputo il cardinal Gambara all’hora vescovo di Viterbo sotto li 9 di settembre dell’istesso anno 1570 gli fece intendere che simili indulgenze erano di gia state derogate, e che per l’avvenire si astenessero di più publicarle, e che però in detta fiera rimovessero la cassa del elemosina che soleva porre avanti l’altare della B.ma Vergine, il che non solo prontamente fu eseguito da padri ma più per consiglio de padri l’elemosine di gia ricevute furno a poveri dispensate e sotto il 19 settembre 1570 ne fecero in cancelleria episcopale il decreto della cessione di tal privilegio e derogatione di tal processione…[ S. Sabina AGOP XI 9300 c. 40 ]

 

Lo stesso Vescovo, Cardinal Gambara , dopo la morte del papa S.Pio V , scrisse una lettera a S.Carlo Borromeo dove chiedeva un suo intervento   presso  il nuovo pontefice Gregorio XIII affinché concedesse  nuovamente l’Indulgenza Plenaria, chiamata  il  PERDONO di Settembre,  che lui ogni anno era riuscito ad ottenere da S. Pio V , nonostante la deroga.

Lettera del Card. Giovanni Francesco Gambara al card. S.Carlo Borromeo

Tratta dalla corrispondenza di S.Carlo con il Vescovo di Viterbo Gambara

Biblioteca Ambrosiana – Milano

                          

 

                                  

 


 

Illustrissimo et  Reverendissimo Signor mio Ossequiatissimo.

E’ qui, come Vostra Signoria Illustrissima sa, la chiesa della Quercia, dedicata alla Natività della Madonna, insigne per molti miracoli, alla quale la Santa memoria di Sisto Quarto concesse molte indulgentie et privilegij temporali et spirituali, et tra gli altri l’indulgentia plenaria manibus adiutricibus che fu causa che s’edificasse così bel tempio, come è questo. La quale indulgentia parve alla Santa memoria di Pio V di revocare, talchè veniva questo luogo a restar anche senza il dono spirituale, ne per instantia che ne facessero i frati mai volse concederla, forse con animo di farlo quando fusse venuto qui in persona.

Ma ogni anno a mia instantia fece la gratia della indulgentia senza le mani adiutrici per il dì della prima domenica doppo la festa della Madonna.

Quest’anno i Frati mi dicono haver pregato Monsignor  Illustrissimo Giustiniano ch’egli impetri da Nostro Signore la detta  indulgenza plenaria per la prossima domenica nel modo ch’ero solito impetrarla io.

Et perché non sò se il detto signore si habbi preso cura di farlo, et non vorrei che  questo luogo, dove è grandissimo concorso di gente, et molta devotione, restasse senza questo bene spirituale, supplico Vostra Signoria Illustrissima che si degni intendere dal Signor Cardinale Giustiniano, s’egli ha domandata la detta indulgentia per la prossima domenica absque manibus adiutricibus et non l’havendo domandata, domandarla  lei , che me ne farà particolar gratia, et ordinar che si spedisca quanto prima.

In oltre ell’ha da sapere, che se bene qui in Bagnaia ho trovato assai buono aere, et le genti sane, nondimeno in Viterbo ho trovato tanto gran numero d’ammalati, dico numero grande fuor d’ogni credenza, ch’io credo che  sia stata volontà di Dio ch’io non l’habbia saputo; perché sapendolo mi sarei  spaventato, et non havei havuto ardire, dove che la mia venuta sarà pure stata loro di qualche profitto.

La causa è che c’è estrema povertà, et morivano la maggior parte di disagio et di necessità, a che con la mia presenza s’è preso qualche espediente, perché oltr’a gli ordini fatti che la città contribuisca, parte con quell’aiuto che posso dar io, parte col procurar dell’elemosine et da Monsignor Illustrissimo Farnese et da altri signori, spero si rimediarà in gran parte alle miserie di questi poveri.

Et non voglio anche mancare di supplicare Vostra Signoria Illustrissima a volger’ancora qui l’occhio della sua carità, et se di tante elemosine ch’ella fa, le paresse d’impegarne qualcuna in benefitio di questi poveri, l’assicuro che sarebbe una elemosina fiorita, perché come ho detto morono di disagio et di necessità, et io mi pigliarei cura ch’ella fusse ben dispensata, et se bene ella non ha qui particolar’ interesse , se non per esser’io tanto suo servitore non di meno la sua carità ha interesse per tutto.

Mi ho preso questo ardire, sapendo che qualunque risolutione ella pigliarà, non perderò per questo niente appresso di lei. Se oltr’a questo Vostra Signoria Illustrissima volesse far gratia che Monsignor Bonhomo, et il Signor Conte di Portia venissero a pigliar questo perdono, lo riceverei per singular favore, et tanto più se mi portassero con loro i doni spirituali et temporali et essi potriano far fede a Vostra Signoria Illustrissima se l’elemosina fusse bene impiegata.

Ho presa anche volentieri questa occasione per baciar le mani di Vostra Signoria Illustrissima  si come fo humilissimamente pregandole dal Signore vera et perpetua felicità.

Da Bagnaia li 7 di settembre 1572

Di Vostra Signoria Illustrissima e Reverendissima

 

(Scritto  personalmente dal cardinal Gambara)

Supplico Vostra Signoria Illustrissima a procurarmi quest’Indulgentia plenaria se il Signor Cardinale Giustiniano  non l’havrà fatto et mi conservi in sua gratia

                                                                                                Humilissimo Servitore

                                                                                                 Il Cardinale De Gambara

 

 

Gregorio XIII, [certamente ascoltando S.Carlo  Borromeo e il Cardinal Giustiniani e venendo anche di  persona a venerare la Madonna della Quercia ]  non ostante la derogatione dell’indulgenze concesse sotto il titolo " dum porrexerint manus adiutrices " fatta dal B. Pio V , portando specialissimo affetto a questa S. Casa confermò con speciale indulto la suddetta indulgenza di Sito IV con tutte le facoltà in essa contenute, e che da sommi pontefici non possa di nuovo esser derogata senza espressa e special mentione come più ampliamente per breve di detto pontefice…"

[ S. Sabina AGOP XI 9300 c. 40]   

 

BOLLA DI GREGORIO XIII

 

" Gregorius PP. XIII

Universis Christi fidelibus praesentes litteras inspecturis salutem et apostolica benedictionem.

Ad augendam fidelium religionem, et animarum salutem coelestibus Ecclesiae thesauris, pia charitate intenti, omnibus utiusque sexus Christi fidelibus vere paenitentibus

Et confessis, ac sanctissima comunione refectis, qui ecclesiam monasterij Sanctae Mariae de Quercu fratum ordinis praedicatorum, circea unum miliarae prope, et extra muros civitatis nostrae Viterbienses siti, in qua nos anno praeterito ob singulare devotionis affectum, quem ad eam gerientes missam celebravimus, incipiendo a dominica prima post festum Nativitatis Beatae et Gloriosae Dei Genetricis Mariae semper Virginis usque ad et per totam ipsius primae dominicae octavam devote visitaverint et ibi pro christianorum principum concordia et unione ac heresum extirpatione, sanctaeque Matris Ecclesiae exaltatione , pius ad Deum preces effuderint, quo die diebus octavae huiusmodi id fecerint, plenariam omnium peccatorum suorum indulgentiam et remissionem misericorditer in Domino concedimus.

Praesentibus perpetuis futuris temporibus duraturis.

Datum Romae apud Sanctum Petrum sub anulo Piscatoris die VIII Septembris MDLXXIX pontificatus nostri anno octavo.

C.ae Glorierius " [ ASMQ vol. 113 c. 22v]

 

 

Il giorno dopo Gregorio XIII inviò un’altra  bolla nella quale , dopo aver ribadito la concessione dell’Indulgenza Plenaria di Settembre, concesse molti privilegi alle fiere che si tenevano alla Quercia a maggio e settembre di ogni anno.

 

Per quanto riguarda la concessione dell’Indulgenza Plenaria il papa scrive:

 

" Gregorius PP. XIII

Ad perpetuam rei memoriam.

Decet romanum pontificem, sacrae religionis supremum assertorem, ea, quae pro Ecclesiarum, et locorum regolarium, ac personarum in illis studio piae vitae vacantium profectu, et commoditate, devotionisque fidelium augmento, per sedis apostolicae providentiam circumspectam proinde concessa sunt, approbationis suae munimine consolidare, ac alias in his officii sui partes libenter interponere, prout ecclesiarum, locorum, et personarum eorumdem, qualitatibus, et meritis debitis pensatis, conspicit in Domino, salubrite rexpedire.

Dudum siquidem postquam felicis recordationis Sixtus papa IV, praedecessor noster ad Christifidelium devotionem erga ecclesiam domus Beatae Mariae de Quercu nuncupate in Campo Gratiano prope, et extra muros Viterbienses, ordinis fratrum Praedicatorum per amplius augendam omnibus et singulis Christifidelibus utriusque sexus, qui dictam ecclesiam in die dominico festivitatem Nativitatis ejusdem Beatae Mariae Virginis de mense Septembri immediate sequente, primis vesperis usque ad secundas vesperas ejusdem diei dominicae visitarent, plenariam omnium peccatorum suorum, de quibus corde contriti et ore confessi forent, indulgentiam , et remissionem perpetuo duraturam apostolica auctoritate concesserat, ac ut ipsi fideles, ad eamdem ecclesiam confluentes hujusmodi indulgentiae facilius particepes esse possent, pro tempore existenti dictae domus priori, tot quot vellet presbyteros idoneo saeculares, et cujuscumque ordinis regulares qui confessiones quarumcumque personarum de civitate et dioecesi Viterbiensi non existentium et eadem ecclesiam, pro hujusmodi consequenda indulgentia visitantium, per tres dies praecedentes, et totidem sequentes, dictam dominicam dumtaxat audire, ac eorum confessionibus diligenter auditis, eisdem personis pro commissis per eos criminibus, excessibus, et delictis, ac peccatoribus omnibus, in dictae sedi non reservatis casibus debitam absolutionem injungere valerent, deputandi facultatem, dicta auctoritate indulserant.

Et piae memoriae Julius papa II, etiam praedecessor noster, indulgentiam, et facultatem hujusmodi, sub quaecumque avocatione, seu suspensione per eum, vel sedem praedictam de similibus indulgentiis eatenus facti, vel facienda, compraehendi, seu revocari, aut suspendi minime posse, neque debere, nisi de illis, earumque toto tenore specialis, specifica, et expressa, ac de verbo ad verbum, non autem per clausulas generales, idem importantes, mensio facta foret, eadem auctoritate statuerat, decreverat, et declaraverat…

Quibus omnibus,etsi de illis, eorumque totis tenoribus specialis, specifica, expressa, et individua, ac de verbo ad verbum, non autem per clausulas generales idem importantes, mentio, seu quaevis alia expressio habenda, aut aliqua alia exquisita forma ad hoc servanda esset, tenores hujusmodi, ac si de verbo ad verbum nihil penitus omisso, et forma in illis tradita observata inserti forent, praesentibus pro sufficienter expressis habentes, illis alias in suo robore permansuris, ac vice duntaxat specialiter et expresse derogamus.

Nec non omnibus illis, quae in singulis litteris praedictis expressum fuit non obstare, contrariis quibuscumque, aut si aliquis communiter, vel divisim ab eadem sit sede indultum, quod interdici, suspendi, vel excomunicari non possint, per litteras apostolicas non faciebtes plenam, et expressam, ac de verbo ad verbum de indulto hujusmodi mentionem, praesentibus perpetuis futiris temporibus duraturis.

Datum Romae apud Sanctum Petrum sub anulo Piscatoris die 9 septembris 1579, pontificatus Nostri anno octavo " [ ASMQ vol. 505- summarium 1- ex bullar. Ord. Praedicat. Tom. 5 p. 30]

 

Nel 1784 , la festa della Madonna della Quercia fu spostata alla IV domenica di Settembre, in modo da cadere durante i giorni della Fiera, che mentre prima comprendeva anche la domenica dopo la festività della Natività della Vergine ( 8 settembre) , poi invece fu stabilito venisse fatta dal 19 settembre al 4 ottobre.

 

 

BREVE PIO IX

 

Il Papa Beato Pio IX , lasciando quella della festività della Nascita della Madonna,concesse indulgenza plenaria anche nel giorno della festa della Madonna della Quercia e così il 20 agosto 1867 inviò ai padri domenicani della Quercia il seguente breve:

" Pius PP. IX

Ad Perpetuam rei memoriam.

Ad augendam fidelium religionem, animarumque salutem caelestibus Ecclesiae thesauris pia charitate intenti, omnibus et singulis utiusque sexus Christifidelibus vere poenitentibus, et confessis, ac S. Communione refectis, qui ecclesiam seu Sanctuarium B.Mariae Virginis vulgo della Quercia nuncupatam Fratrum Ordinis Praedicatorum situm prope civitatem Viterbiensem in solemnitate SS.mi Corporis Christi, et in festivitatibus Conceptionis, Nativitatis, Annunciationis, Purificationis et Assumptionis Beatae Mariae Virginis et in die festo S. Dominici Confessoris a primis vesperis usque ad occasum solis dierum …; item in dominica Pentecostes, vel in una ex duabus feriis continuis, et in dominica quarta mensis septembris, vel in uno ex septem diebus continuis immediate respective subsequentibus cujusque fidelium arbitrio respective sibi eligendo singulis annis devote visitaverint, ibique pro christianorum principum concordia, haeresum extirpatione, ac Sanctae Matris Ecclesiae exaltatione pias ad Deum preces effuderint, quo die … id agerint, plenariam omnium peccatorum suorum Indulgentiam et remissionem misericorditer in Domine concedimus.

Datum Romae apud S. Petrum sub anulo Piscatoris die XX augusti MDCCLXVII, pontificatus nostri anno Vigesimosecundo

Card. Paracciani Clarelli "[ S. Sabina – AGOP I 80/46 ]

 

 

Don Sante Bagnaia, parroco della Basilica Santuario della Madonna della Quercia, nel 1954, volendo ritornare alle origini, decise di ripristinare la festa della Madonna della Quercia  la seconda domenica di Settembre, la domenica voluta da Sisto IV per il PERDONO.

 

Oggi, come allora, al tempo del cardinal Gambara, sarebbe necessario per la salute delle anime di tantissimi fedeli che ancora accorrono ai piedi della quercia dove nel lontano 1417  fu appesa l’Immagine della Madonna, che Sua Santità Benedetto XVI  ripristinasse questa meravigliosa INDULGENZA PLENARIA , oggi che la Madonna della Quercia , da Sua Santità Giovanni Paolo II, è stata dichiarata PATRONA della diocesi di Viterbo.

 

 

 

 

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