
   
 
  
   
   
Miracoli
e grazie
operati
da Dio
per
intercessione 
della
Madonna
della Quercia
in favore
degli abitanti 
della
diocesi di 
Civitavecchia
e Tarquinia
tratti da
manoscritti
e libri
secoli
XV-XVIII
INTRODUZIONE
Era consuetudine, a partire dal 1571, dare alle stampe
quasi ogni 10 anni  i racconti dei
miracoli e delle grazie operati da Dio per intercessione della Beatissima
Vergine venerata come Madonna della Quercia.
I libri, di solito, erano scritti dai sacrestani
maggiori della Basilica della Quercia, testimoni  dei racconti che i devoti di Maria facevano
nel momento che venivano a ringraziarla nel suo santuario per il  miracolo ricevuto.
Quest’opera di divulgazione e testimonianza si è interrotta
con l’ultimo libro scritto dal domenicano francese padre  M.Chery nel 1869.
Ho voluto riprendere tale consuetudine iniziando
a  raccontare i miracoli e le grazie
ricevuti dagli abitanti di Roma, centro spirituale della nostra Fede e come
omaggio all’unica confraternita ancora esistente dedicata alla Madonna della
Quercia: 
Poi sono passato a raccontare  i miracoli che 
Questa raccolta è dedicata alla  Diocesi di Civitavecchia e Tarquinia ,
ricordando l’amicizia che mi lega a tanti abitanti di queste terre.
A tutti quegli amici  che hanno provato la mistica  dolcezza 
della nostra  Madonna della
Quercia, accanto alla quale qualcuno di loro si è formato , dedico questa mia
ricerca con la speranza, anzi la certezza che rivolgeranno a Gesù e alla Madre
celeste le loro preghiere  per la mia
famiglia e per la comunità dei devoti di Maria.
Le storie sono riportate così come sono state scritte
all’epoca, volendo evidenziare la storicità del fatto e la freschezza, talvolta
l’ingenuità, dei racconti.
Come gli autori di una volta, anch’io ho voluto essere
il testimone dell’accaduto, desiderando riaffermare ciò in cui credo
fermamente: Maria, madre di Dio e madre nostra non ci lascia né ci lascerà mai
soli.
Per rafforzare tale concetto voglio riportare le
parole del grande poeta Dante Alighieri che nel XXXIII canto del paradiso fa
dire a san Bernardo:
Vergine
madre, figlia del tuo figlio 
umile
ed alta più che creatura,
 termine fisso d'eterno consiglio, 
tu
se’ colei che l'umana natura
 nobilitasti sì che '1 suo fattore
 non disdegnò di farsi sua fattura. 
Nel
ventre tuo si raccese l'amore 
per
lo cui caldo ne l'eterna pace
 così è germinato questo fiore.
 Qui se’ a noi meridiana face 
di
caritade, e giuso, intra i mortali,
 se’ di speranza fontana vivace. 
Donna
se’ tanto grande e tanto vali,
 che qual vuol grazia ed a te non ricorre
 sua desianza vuol volar senz'ali.
 La tua benignità non pur soccorre
 a chi domanda, ma molte fiate 
liberamente
al dimandar precorre.
 In te misericordia, in te pietate,
 in te magnificenza, in te s'aduna 
quantunque
in creatura è di bontade.
 
                                                             
                                       Gianfranco Ciprini
CIVITAVECCHIA
Giacomo e
Pietro 1495
 " Vicino a Civitavecchia era uno dracone
    di smisurata grandezza quale occideva animali huomini, et non si poteva
    praticare intorno alle marine, né si trovava modo d'ucciderlo non temendo
    l'archibugiate: dui fratelli carnali Jacopo et Pietro d'Antonio Romagnoli per il danno che havevano ricevuto del occisione
    del padre da questo mostro, et dal premio che si
    dava a chi l'havesse occiso:
    confessati et comunicati, et
    con la devotione della Madonna Santissima della
    Quercia affrontarono il drago. Jacopo con lo stocco passò nella bocca del
    drago fino al orecchio: et Pietro con l'accetta
    tirò alla testa et li tagliorno
    il capo, ne il veleno dei drago, ne la puzza ne altro apportò loro
    nocumento: il tutto fu attribuito a miracolo della Madonna della Quercia. Portorno il voto in tavoletta che anco
    si vede l'anno 1521 [ 1495]". E’ dipinto anche nella lunetta
    n. 13
    del Chiostro della Cisterna.  
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
 
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
(Acquerello- 1686-  Tratto dal
“Libro dei Miracoli” p.182  Bibl. Besso
Roma)
Vedi anche : ms. Bandoni, c. 29; Bandoni 1628, p. 27; Gallesi 1642, p. 16; Malanotte 1666, p. 20; Peroni 1685, p. 20; Borzacchi 1696, p. 20; Torelli 1793, p. 233; Chery 1869, p. 147.
 
   
 
  
   
   
 

Bandoni  ms cc.29 e 29v
 
   
 
   
   
   
   
   
  
   
 
   
   
   
  
   
   
     
  
     
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
   
 
  
   
 
   
   
 
   
   
     
  
     
   
   
  
                                                                                           Bandoni 1628 pp26-28
  
 
 
   
   
 
   
   
     
  
     
   
 
   
 
   
   
   
  
   
 
   
   
 
   
   
     
  
     
   
   
 
  
   
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Chery pp.147-150
 
Ottavio
Alemanni – 1632
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Bandoni 1634 p.55-56
A di 16 settembre 1632. Ottavio Alemanni
da Casale di Monferrato , habitante in Civita Vecchia disse che a di 4 d’agosto
passato, li venne male alla gola, che non poteva nemeno inghiottire la saliva,
et era una scarantia tanto pericolosa, che da tutti era tenuto per morto. La
moglie lo votì alla Madonna della Quercia , subito guarì.  
Carlo
Felice Malatesta – 1633
 
   
 
  
   
   
Bandoni 1636 p.95-96
 
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Basilica di S.Maria della Quercia -Ex voto in argento di  Carlo F.Malatesta
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
A.S.M.Q. vol.113 c. 70v
Quadro d’argento del signor Marchese
Malatesta
Ricordo come a di 18 ottobre il signor
Marchese Carlo Felice Malatesta luogotenente del Eccellentissimo Don Tadeo
Barbarini, portò un voto d’argento di peso di due libbre e mezo bellissimo ove
sta il detto  in habito di solsdato, con
una bella Madonna della Quercia per gratia ricevuta della ricuperata sanità
alli 16 d’agosto passato stando egli periculoso di morte come più longamente
appare nel libro de miracoli essendo priore il padre fra Tomaso Buratti e
sagrestano fra Tomaso Bandoni  
Giovan
Battista Caraffa e
Ottavio
Calzati   
 
1639
   
   
 
   
   
     
  
     
   
V. Malanotte p. 182
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Torelli 1725 p. 313
Lucrezia
di GiovanAntonio
1671
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Peroni 1682 p.227 
Antonio
Domenico Bussi -1695
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Torelli 1725 p. 248
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Lo stendardo turco donato dal Bussi, 
ancora oggi esistente nella basilica
della Madonna della Quercia
Domenico
Turchini -1695
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
A.S.M.Q. vol.127 c.26v
A di 30 marzo 1695
Domenico Turchini romano habitante in
Civitavecchia fu sorpreso da una discesa in un ginocchio, che aprendogli piu di
sessanta piaghe rendeva nausea non solo a chi lo vedeva ma anche all’istesso
patiente, e benchè più rimedij vi adoprasse il tutto però fu sempre senza
frutto finchè facendo voto a questa Beatissima Vergine senz’altro rimedio si
disseccarno le piaghe e rihebbe la perfetta sanità.
Fra Antonino Borzacchi Sagrestano
maggiore  
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Torelli 1725 p.261
Giuliano
Palanca -1717
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
A.S.M.Q. vol.127 c.61 v
Maggio 1717
Giuliano Palanca di Civita Vecchia
ritrovandosi infermo dieci anni sono per lo spazio di sette giorni con febre
continua con pericolo di vita, ricorse in tal necessità all’intercessione della
BeatissimaVergine della Quercia et in breve ricuperò la salute. La stessa
grazia ottenne per l’intercessione dell’istessa Beatissima Vervine anche nel
mese di novembre prossimo passato; onde per tali reiterati favori riceuti è
venuto in questo giorno dicissette Maggio a ringraziare 
Fra Angelo Maria Crispoldi Sagrestano
maggiore mano propria.
Cecilia
Rocchi -1788
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
A.S.M.Q. vol.127 c. 
Cecilia Rocchi nativa di Viterbo
maritata in Civitavecchia di anni trentatrè nel mese di agosto 1788 infermatasi
gravemente con febre maligna e spedita affatto dai medici, stava il curato per
raccomandarle l’animatenendo per certo attesa la attuale gravissima sua
infermità che rendesse l’anima al suo Creatore . In questo pericolosissimo
stato la donna si rammentò delle grandissime grazie e strepitosi miracoli fatti
in ogni tempo da questa Santissima Vergine e immantinente conforme mi ha detto
in confessione notabilmente sentirsi megliorare. E il suo meglioramento crebbe
in maniera che pochi giorni dopo perfettamente ristabilissi in salute.Et in
questo giorno 8 di settembre 1788 è venuta a fare le sue divozioni e
ringraziare 
TARQUINIA
(Corneto)
Oliviero
Pace -1479
 
   
 
  
   
   
Bandoni 1636 pp.3-4
 
   
 
  
   
   
Borzacchi pp.11-12
 
   
 
  
   
   
Torelli 1725 pp.152-153
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
A.S.M.Q. pergamena  A21
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
A.S.M.Q. vol. 128 c. 435
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
A.S.M.Q. vol.115 c. 6
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
A.S.M.Q. vol.120 c.22 - 1596
Quaranta
persone -1491[1503]
 " [1503]L'anno 1491 fuora
    di Cometo dalla porta di S. Lucia per la via che
    va alle lumiere erano sotto una grotta da 40 persone corse per la pioggia, et tempo che fulminava saette, si allamò
    detta grotta al improvisio che niuno potè scampare et tutti
    gl'accolse sotto, uno dei quali gridò, et disse
    Madonna della Quercia aiutate !ne et questi, et tutti poi insieme gridorno
    Madonna della Quercia aiuto, fu sentito il rumore corseno
    gente in aiuto et molti da per loro uscirno et non ci fu chi fusse leso ne struppiato in
    alcuna parte dei corpo. Miracolo che ogni persona raccontava che li pareva
    stare tra la bambace et
    piuma: et questo fatto fu posto nella taula in chiesa da me F. Tom[as]o Bandoni veduto, et notato et dal pittore che
    ha dipinto questa rovina, et tutte le figure si
    sono cavate dalli originali". L'anno è controverso: il Bandoni
    1628 lo fissa al 1503.
 
   
 
   
   
   
  
   
 
   
   
 
   
   
     
  
     
   
   
 
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
   
  
(Acquerello- 1686-  Tratto dal
“Libro dei Miracoli” p.208  Bibl. Besso
Roma)
Vedi anche: ms. Bandoni, c. 38; Bandoni 1628, p. 44; Gallesi 1642, p. 94; Malanotte 1666, p. 3 1; Peroni 1685, p. 3 1; Borzacchi 1696, p. 35; Torelli 1793, p. 252.
 
   
 
  
   
   
Bandoni 1628 pp.44-45
 
   
 
   
   
   
  
   
 
   
   
   
 
   
   
 
   
   
     
  
     
   
   
  
                          Borzacchi  p.35                                        Torelli
1725 pp.309-310
Giacinto
Scarpellotti -1628
 
   
 
   
   
   
  
   
 
   
   
   
  
Bandoni 1631pp.172-173
Pietro di
Domenico -1629
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Bandoni ms. c.39v
 
   
 
   
   
   
  
   
 
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
   
 
   
   
 
   
   
     
  
     
   
   
  
                       
Malanotte p.188                                                                               Torelli 1725 p. 303
ALLUMIERE
 
Antonio d’Ambrogio
- 1596
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Bandoni ms c.117v
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Bandoni 1628  p.183
MONTALTO
di Castro (VT)
Pacifico
Caprini – 1536
    "Pacifico Caprino corso da Montalto
    ritrovandosi malato nel convento della Madonna della Quercia con febbre
    acuta con grande sete, si levò di letto, et rimirando la cisterna diceva o
    Madonna della Quercia vorrei bere della vostra acqua ne havendo chi ce la
    portasse, venne un giovanetto et li disse che    
 
   
 
   
   
   
  
   
 
   
   
 
   
   
     
  
     
   
   
 
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
   
  
 
             ( Acquerello-
1619-tratto dal “Libro dei Miracoli” p.134 - Bibl. Besso -  Roma )
 
 
   
 
   
   
   
  
   
 
   
   
 
   
   
     
  
     
   
   
 
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
   
  
ASMQ vol.115 c43-43v
1545
Nota come l’anno 1545 i di 22 di
dicembre messer  Pacifico da Montalto
manifestò et disse in presenza del padre priore frate Francesco Dini da Firenze
et il padre sottopriore frate Genesio da Lucha et del padre frate  Philippo Peraccini da Pistoia sindico del
convento, et d’altri frati qualmento trovandosi il predetto messer Pacifico
corso da Montalto capitano et bargello della piaza di Viterbo, si infermò di tal
sorte, che persa ogni speranza del conseguire la pristina sanità, si fe portare
qua al convento, et sytando in una cammera in sul pontile facto spacciato da
dui peritissimi medici, un giorno in sul mezzo di stando il supradecto messer
Pacifico con una grandissima arsione, et sete inenarrabile, essendo lassato
solo dal infermario et servidori in nel lecto in tanta debilità et magrezza che
il corpo tochava le reni et non havia volsuto altro che bere, et nemo illi
dabat de consilio medicorum, sentì muover le sechie della cisterna, onde si
deliberò di uscir de lecto il meglio che posseva, et uscito della cammera
gittarsi dal pontile giu nel chiostro dove era la cisterna, et tucto tracto
dalla inestinguibil sete, et venuto alla porta della camera nudo, si fermò et
vedde dui che tiravano l’acqua vestiti di camice bianche alla contadina, et
tratta una sechia uno di quelli comincia a bere, il che vedendo messer Pacifico
si raccomandò alla Madonna et voltandosi a quelli che bevevano diceva “ O 
 
   
 
  
   
   
ASMQ vol. 113 c.8v-9
Giovan
Battista Caprini – 1623
 
   
   
 
   
   
     
  
     
   
  Bandoni 1628 p.114
Giovan
Giacomo Cordelli – 1581
   “ L'anno
    1581, un frutto piccolo figlio del Sig. Cesare Cordella detto Giovan Giacopo
    di anni tre in circa, stando in braccio a una giovanetta serva di casa, la
    quale si nominava Hipolita di Lanzi,mentre che stava sopra il primo porticale
    con detto putto affacciata, quale era alto più di venti braccia, nel
    cortile abbasso stava un certo huomo con un canestro di frutti, il quale
    veduto dal putto, fece tanto impeto, e movimento e frutti, che traboccò e
    cascò con l'istessa serva abbasso nel cortile, il che veduto, mosse tanto
    la madre a pianto e gridi, chiamando 
 
   
   
 
   
   
     
  
     
   
             Acquerello- 1619-tratto dal
“Libro dei Miracoli” p.218 - Bibl. Besso - 
Roma  
Giovan
Giacomo Cordelli – 1616
 
   
   
 
   
   
     
  
     
   
 
 
   
   
 
   
   
     
  
     
   
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Cordelli GianGiacomo – Lunetta ChiostroFontana  
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Bandoni 1628 p.189 
 
   
 
   
   
  
   
 
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Torelli 1725 pp. 249-250
Camillo di
Benedetto– 1628
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Bandoni 1631 p.186
A di
detto[3 giugno 1629] Camillo di Benedetto da Montalto disse che del mese di
Settembre passato 1628, gli venne un male al naso, il quale crescendo tuttavia
gli consumò in tal maniera il naso che lo ridusse in pericolo di morte, et
ancorchè havesse applicati molti rimedij, niente gli giovorno: pregò anch’egli
questa gloriosa Madre a volere operare in lui gli usati effetti, domandandoli
la sanità, e fu ancor egli sanato, portando pertanto benefitio il suo voto, e
la sopradetta relatione.
Marco
Carpentieri – 1629
 
   
 
  
   
   
Bandoni 1631 pp.178-179
Et a 27
del sudetto mese[ gennaio 1629] comparse Marco Carpentieri da Montalto di
Farnese, il quale disse che il mese di gennaro passato essendo ammalato per
essere travagliato in ambedue le gambe, che non trovava riposo, e non poteva ne
anco giacere in letto, tenendo per un mese continuo le gambe alzate alla
muraglia, poiché quando le abbassava gli pareva di havere la corda, e non si
trovava da i medici cosa che gli giovasse, parendole che l’ossa delle sue gambe
fossero ripiene di dolore; et havendo invocata 
 
Vincenzo
Panicale– 1629
 
   
 
  
   
   
Bandoni 1625 ms. cc.120- 120v
...è sopra di questa
quercia [ Gesù] fanciullino con una rondinella in mano stando in gremio della
Madre seggio di misericordia, non per altro pare che vi stia se non per
accogliere li caduti, et a quelli donare la sua misericordia, come si vede al
presente d’un certo huomo viterbese detto Vincenzo  Panicale pittore, il quale ritrovandosi in
Montalto a dormire  in una casa alli due
hore di notte gli cascò adosso tutta la casa con due palchi, e le pareti in tal
maniera si sentì il peso sopra di se, che non potendo raccomandarsi con la
lingua con il cuore invocò Christo e 
 
   
 
  
   
   
Bandoni 1636 pp.50-51
Antonio di
Natale– 1699
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
ASMQ  vol. 127 c. 29
A dì 18
agosto 1699
Antonio di
Natale da Imola habitante in Monte Alto di Castro essendo infermo gli venne un
male grande negli occhi che lo privò totalmente della vista et andava per Monte
Alto  con la guida, essendosi
raccomandato con fede viva a questa Beatissima Vergine della Quercia, recuperò
la vista et venne qui in persona et portò il voto di argento et io sono
testimonio di questa.In fede
 di Antonio Natali
di Antonio Natali
Fra
Filippo Maria Gonzales sagrestano maggiore mano propria
Francesco Caminati– 1733
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
ASMQ vol. 127 c. 71v
 A dì 27 ottobre 1733
Francesco
Caminati  da MontalAlto d’anni
trentacinque essendolgli venuta una fistola nell’occhio destro, accompagnato
con una febre maligna, disperato da medici. Ricorse alla fonte delle gratie di
questa Beatissima Vergine unico conforto nelle bisogna. Immediatamente pigliò
il legno con viva fede , ricuperò la sua salute.
Fra
Innocenzo Gorizutti sagrestano maggiore mano propria
TOLFA
Bartolomeo
di Silvestro  - 1510
 "Bartolomeo di Selvestro
    picconiere Mantovano ritrovandosi alla cava della lumiera a lavorare venne
    a parole con duoì suoì compagnì, qualì doppo molte parole ingiuriose lo ferirno
    con tre ferite mortali una delle quali passava da banda della spalla destra
    fino al petto, et altro suo compagno li diede di
    una pietra in tre parte della testa come si vede, acciacata
    tutta et lasciato per morto; et
    mentre che era ferìto dìceva
    Madonna della Quercia vi raccomando l'anima mia et
    perdono a questi miei compagni. Onde doppo li
    comparve una donna vestita di bianco quale levò su il detto Bartolomeo et li disse che non dubitasse che  Condotto alla Tolfa dal cerusico
    fu tenuto spedito, et il giorno di poi si trovò
    sano et salvo; et venne
    a rendere gratie alla Madonna facendo il voto che
    anco si vede con la relatione
    di questo fatto nel 1510 allì 8 dì Marzo.  Ita est F. Thom[asius] Ban[donius]"
 
   
 
   
   
   
  
   
 
   
   
  
   
   
     
  
     
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
   
  
             Acquerello- 1619-tratto dal
“Libro dei Miracoli” p.58 - Bibl. Besso - 
Roma  
Vedi anche : ms. Bandoni, c. 63;
Bandoni 1628, p. 91; Malanotte 1666, p. 56; Peroni
1685, p. 54; Borzacchi 1696, p. 70, Torelli 1793, p.
172.
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Bandoni ms c.63
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Bandoni 1631 p.36
Bastiano Martorelli– 1629
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Bandoni 1634 p. 8
Cristofaro
d’Agostino – 1630
 
   
 
  
   
   
Bandoni 1634 pp.19-20
Domenica
Miglini  – 1641
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Basilica della Madonna della Quercia –
Tav. 108
 
   
   
 
   
   
     
  
     
   
Peroni pp.186-187
 
   
 
  
   
   
Torelli 1725 pp.329-330
Fra
Modesto da Viterbo – 1666
 B.                                                                               'Fra Modesto da Viterbo, laico capuccino nell'andare dalla Tolfa
    a Civitavecchia per strada fu sorpreso d'improvviso
    tremore de membri attratto nelle mani e perso dal mezzo in giù con
    reiterati accidenti mortali raccomandatosi alla B. Vergine della Quercia
    in breve recuperò la pristina sanità, restando di forze più vigoroso di
    prima [26 Ottobre 1666]".
 
   
 
   
   
   
  
   
 
   
   
 
   
   
     
  
     
   
   
 
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
   
  
             Acquerello- 1619-tratto dal
“Libro dei Miracoli” p.203 - Bibl. Besso - 
Roma  
Vedi anche : ms. 127, ad annum;
Peroni 1685, p. 219; Borzacchi 1696, p. 286; Torelli
1793, p. 206.
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
ASMQ vol.127 c.14
 
   
 
  
   
   
   
 
   
   
     
  
     
   
ASMQ vol.127 c.14
A di 26 ottobre 1666
Comparve fra Modesto da Viterbo
Cappuccino laico il quale riferì che partitosi dal loro convento di Tolfa per
andare verso Civitavecchia, e discosto circa due miglia lontano di quel paese,
ecco al improviso si sentì mancargli la vista con tremore di tutte le mambra,
fu attratto nelle mani e perso dal mezzo in giù, dove si fermò col suo
compagno; et per esser vicino in quel luogo 
la consolò questa gran Madre di Iddio
con la buona nuova che presto gli arrivò qualmente il suo figlio era guarito dall’attrato
delle membra, e se bene li restò qualche deboleza (con tutto che caminava solo
con un bastone) in termine di 40 giorni ricuperò la pristina sanità e restò più
gagliardo di prima.