Il Campanile

 

La chiesa ed il campanile

A destra della chiesa, un po' più avanti, si erge il campanile.

Lo costruirono Mastro Ambrogio di Marco da Milano e Mastro Niccolò d'Antonio da Viterbo nel 1478 -1484.

 

Processione fatta dai viterbesi, in ringraziamento alla Madonna della Quercia,per la liberazione dalle cavallette (1581)-Affresco palazzo comunale- Sala della Madonna della Quercia

Costruito però con del materiale di superficie, fu per ben due volte restaurato a causa della friabilità del peperino; una prima volta nel 1529, quando gli si abbatté sopra un fulmine. Una seconda volta nel 1634 fu quasi completamente abbattuto e, rialzato, fu abbassato di un piano.

 

 

 

 

 

Una perfetta base quadrata sorregge tutta la massa, che simile ad una fortezza, sembra voler proteggere dall'assalto di ogni tipo di nemico la chiesa ed il convento. Intorno alla base sono scolpiti dei pannelli in rilievo in cui vengono ricordate bolle pontificie, che concedevano privilegi ed indulgenze alla chiesa. Gli stessi sono posti tra eleganti torcieri, che si contrappongono alla severa ed imponente costruzione.

Nell'ultimo piano è la cella campanaria che custodisce due enormi campane.

La più grande, Maria, pesa 48 quintali; intorno reca incisa questa scritta in latino: "Mi chiamo Maria, do lode a Dio, chiamo il popolo, raccolgo il clero, discaccio le tempeste, rendo decorose le feste, piango i defunti". Fu fusa, la prima volta, nel 1505 da Francesco di Sante da Viterbo; la spesa fu fatta con l'eredità di Olivieri Pace da Corneto e per questo fu anche chiamata "Cornetana". Una seconda volta fu rifusa (si ruppe infatti nel 1560, la notte della Candelora) da Mastro Battista Giorda (1578).

 

Le due campane : Maria ed Agata

La minore pesa 35 quintali e si chiama Agata; fu anch'essa fusa più volte. Fatta da Domenico di Stefano da Imola nel 1511, nel 1558 rifusa da Leonardo e Luca Alberto da Chianciano, ancora nel 1578 fu rifusa da Giovan Battista Giorda; l'ultima volta, nel 1655, fu rifusa da Carlo Tarantino napoletano che adoperò anche il metallo della campana maggiore del Duomo di Castro, campana donata nel 1649 al convento da Mons. Spinola, Governatore di Viterbo e comandante generale dell'esercito pontificio, dopo la distruzione della cittadina.  

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